Dopo quasi 70 anni cambia la gestione dell’acquedotto a Montà d’Alba

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Finisce – con merito – dopo quasi settant’anni, a Montà, la storia del Consorzio per la provvista e la distribuzione di acqua potabile alle case sparse della regione “Gianoli e Tucci” del Comune di Montà d’Alba; contemporaneamente è stato approvato lo Statuto del Consorzio. Nato con atto notarile il 28 dicembre 1952, in effetti questo ente ha fatto epoca: garantendo alle località periferiche la fornitura di un servizio essenziale.

Il Consorzio ha contribuito infatti allo sviluppo del territorio, attraverso lo svolgimento efficiente di una funzione che gli organi pubblici, nel periodo in cui il consorzio ha iniziato a operare, non sarebbero stati probabilmente in grado di effettuare. «Questo – ha spiegato il sindaco Andrea Cauda in sede consiliare – grazie all’impegno dei singoli soci, che hanno reso con il loro lavoro e la loro perizia quelle prestazioni che gli enti pubblici non potevano economicamente sostenere». Allora, perché “cedere”? Per il mutare della società e anche della normativa in materia di ciclo idrico integrato: per cui, già due anni fa, l’assemblea dei soci consortili aveva deliberato lo scioglimento. E di cedere l’Acquedotto ai Comuni di Montà e Cellarengo dove risiedono gli utenti, e dove insistono le strutture dell’acquedotto. Il Comune, con l’ok unanime del Consiglio, va dunque ad acquisire gli impianti: ma non gestirà direttamente l’acquedotto, affidandone l’amministrazione, unitamente a tutte le strutture del ciclo idrico integrato presenti sul territorio comunale, alla Autorità di Ambito n. 4 Cuneese.

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