Riceviamo e pubblichiamo
Questo territorio deve scegliere da che parte stare, dove vuole andare, che futuro vuole per i suoi giovani. Noi abbiamo puntato tutto sul territorio, su queste colline, sulla terra.
La Cantina Clavesana ha 200 associati, che conferiscono tutte le loro uve. Sono venticinquemila quintali di uve che arrivano ogni anno da viticoltori di venti Comuni: tutta la zona tra Clavesana e Bastia, ma anche il Doglianese, e poi La Morra, Novello, Barolo.
Siamo nati nel 1959, con i primi 32 soci, e poi siamo cresciuti negli anni, innovando continuamente, ammodernando gli strumenti della cantina, per essere sempre all’avanguardia.
Oggi produciamo 2 milioni di bottiglie: Dogliani, Barbera, Nebbiolo, Alta Langa; abbiamo un’autorizzazione speciale per produrre anche Barolo.
Nel nostro punto vendita, che si trova nel centro di Clavesana, arrivano oltre 20 mila persone l’anno: gente del posto, ma anche turisti, alcuni arrivano apposta dalla Liguria, da Torino, da Milano. A volte vengono anche solo per un cartone di vino, perché vogliono avere un contatto diretto con noi, chiedere informazioni, conoscerci, scoprire il territorio.
Abbiamo una grande responsabilità, in primo luogo per duecento famiglie, ma anche per tutta la zona. La Cantina ha sempre svolto un ruolo sociale importante, oltre che economico. Nel 1994, il terribile anno dell’alluvione, che a Clavesana ha causato devastazione e cinque morti, la Cantina ha bloccato immediatamente i lavori di imbottigliamento e si è messa a totale disposizione. Abbiamo trasformato la nostra sala polifunzionale in una mensa. Per mesi abbiamo fornito pasti caldi a 800 persone: volontari che venivano spalare fango, ma anche gente del paese in difficoltà.
Questo ruolo sociale non è mai venuto meno. Diamo sostegno ai giovani che scelgono di lavorare la terra, organizziamo eventi per tutta la comunità, abbiamo acquistato la scuola abbandonata della frazione Surie e accanto, abbiamo realizzato un vigneto sperimentale e didattico.
Crediamo in questo territorio e lavoriamo ogni giorno per custodirlo, presidiarlo, sostenerlo. Ma allo stesso tempo viviamo grazie al territorio e alla sua integrità. Io prego le istituzioni di ascoltarci, di fermare un progetto che rischia di mettere in ginocchio l’economia di un’intera comunità, di tante famiglie. Dobbiamo scegliere, adesso. Abbiamo una grande responsabilità verso il futuro di questa zona, verso le generazioni più giovani. Non possiamo permetterci di essere miopi e commettere un errore così grave.
Giovanni Bracco
Presidente della Cantina sociale Clavesana