Dolore e costernazione nel Braidese per l’infermiera uccisa sulla “Reale”

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Fermarsi per prestare aiuto a un automobilista in difficoltà è costato la vita a Lidia Nejrone,  47 anni, residente a Roreto di Cherasco, infermiera del 118 a Bra e volontaria della Croce Rossa di Sommariva del Bosco. L’incidente è accaduto poco dopo la mezzanotte di domenica 2 giugno sula Sp 165 “Reale” presso località Foresto di Cavallermaggiore.

Secondo una prima ricostruzione della tragedia, una coppia di venditori ambulanti di gelati di Carmagnola (To) ha fermato la sua Opel Frontera sul ciglio della carreggiata forse per problemi a un carrellino che aveva al traino. Dietro, una Kia condotta da un immigrato del Marocco e la Volkswagen Golf su cui viaggiavano la Nejrone e un altro immigrato, un 25enne della Guinea. La donna e il giovane sono scesi per dare una mano al carmagnolese che armeggiava presso il gancio. In quel mentre è sopraggiunto un Suv Maserati su cui si trovavano una coppia con un bambino: il conducente si è schiantato contro la colonna di veicoli fermi. La carambola ha travolto e ucciso sul colpo l’infermiera e il commerciante, Gian Franco Alberto, di 49 anni. Altre due persone sono rimaste ferite, in modo grave il ragazzo africano che ha avuto le gambe spezzate, sotto choc gli altri coinvolti.

Dolore e costernazione in tutto il Braidese dove Lidia Nejrone era molto conosciuta e stimata per l’impegno professionale e l’attitudine personale alla solidarietà verso il prossimo. Nubile e figlia unica, ha lasciato i genitori Giulio, presidente del gruppo degli Anziani attivi di Roreto, e Anna Maria Sacco, parrucchiera in pensione. A loro, ai parenti e agli amici giungano le condoglianze anche del “Corriere”.

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