Distretto del cibo, raccolte 143 adesioni, al via l’iter attuativo

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CAMERANA – La scorsa settimana presso l’oratorio dei Disciplinanti, si è svolta la prima riunione degli aderenti al Distretto del cibo. Il cibo, e la sua produzione, racchiude i valori fondamentali di un territorio, di una comunità e della sua identità, del suo “saper fare”, del suo paesaggio ed in definitiva della sua cultura. Per questo le associazioni che, a diverso titolo, operano nel territorio dell’Alta Langa, sia per la parte piemontese che ligure, hanno avviato le pratiche per dare vita a un “Distretto del Cibo” che valorizzi le peculiarità e le qualità della produzione locale. «L’Alta Langa Ligure – Piemontese, territorio forse meno conosciuto di quelli vicini e più noti, offre un “unicum” che combina il sapore del mare con quello della montagna. Facilmente raggiungibile da Torino, Milano e Genova è un “territorio da gustare” e da “godere”, su cui investire per farlo conoscere nella sua qualità paesaggistica, produttiva e ambientale – spiegano i promotori dell’iniziativa –. Un territorio costituito da piccoli borghi, di un’agricoltura contadina di eccellenze, dal vino alle nocciole, dalla zootecnia alla cerealicoltura, che pratica da sempre la policoltura per scelta conveniente.

 

Un territorio di comunità tenaci che vogliono recuperare le loro identità storiche, simili nelle loro differenze, da cui partire per trasformare le difficoltà di essere “terre di confine” (o aree interne) in occasione di rinascita e prosperità. Meta per un turismo slow, lontano dalle esperienze turistiche di massa dallo sguardo frettoloso, adatto alle abitudini di chi vuole vivere una esperienza di conoscenza, qualità e salute». «L’avvio del “Distretto del Cibo”, permetterà dunque di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione tra attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, promuovere l’agricoltura biologica, biodinamica e contadina, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, ridurre lo spreco alimentare e salvaguardare il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari – specifica Renato Galliano, dell’Osservatorio “La Prima Langa” –. Ancor più, il Distretto rappresenta uno strumento strategico per favorire sinergie e collaborazioni tra settori economici diversi, a partire dall’integrazione tra il settore agroalimentare con le attività della ristorazione, del turismo e dell’accoglienza». Ora la documentazione prodotta verrà consegnata alla Regione Piemonte per avviare l’iter istruttorio del “Distretto del cibo”.

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