Quale sarà il nostro futuro sull’automobile? In molti in questi giorni si stanno interrogando su cosa ci aspetterà da qui al 2035, quando dovrebbero essere bandite le auto alimentate a benzina e diesel. In molti ipotizzano un parco auto d’epoca, perché visti i costi attuali dei veicoli elettrici in pochi potranno permettersi di spendere cifre che attualmente superano i 30mila euro. Ci sarà spazio ancora per i motori a combustione interna anche dopo quella data? La risposta è affermativa. Di certo tra 12 anni non potranno essere rottamate le oltre 40 milioni di auto oggi in circolazione e quindi si potrà continuare a fare il pieno esattamente come oggi, magari trovando meno benzinai e, rassegnandosi a pagare con cifre iperboliche. Ciò che incuriosisce gli italiani, tuttavia, è la battaglia tra Italia e Germania sul fronte di nuovi combustibili che potrebbero sostituire quelli di origine fossile. Il Bel Paese avrebbe voluto puntare sui “bio carburanti”, mentre la i Teutonici hanno messo sul piatto (vincendo) i cosiddetti “E-fuel”.
Oggi vogliamo spiegarvi la differenza tra le due tecnologie e spiegarvi perché la “nostra” proposta è stata bocciata. I biocarburanti, sono un qualcosa di molto simile ai carburanti di origine fossili, perché prodotti partendo da resti di esseri viventi (sia animali che vegetali). Di fatto si sfruttano le cosiddette biomasse, che vengono prodotte dal mondo agricolo (oli vegetali) o per esempio dagli oceani (le alghe). Da un punto di vista della resa sono meno energetici di quelli attuali, dovrebbero essere ad impatto neutro (tanta anidride carbonica consumata per produrli, altrettanta emessa nel corso della loro combustione). Il vantaggio è che molte auto potrebbero essere adattate a questa tecnologica. Il grande dubbio è relativo alla produzione di queste biomasse: se i terreni agricoli saranno destinati ai biocarburanti, cosa mangeremo? Non entriamo nel merito di questa discussione, che è più grande di noi, ma qualche dubbio, in effetti si palesa nelle nostre menti. Gli E-fuel, invece, non esistono.
Per essere più chiari si trovano solo nei laboratori sperimentali e sono ancora allo studio. Anche questi sono ritenuti neutri e sono derivati dalla combinazione di anidride atmosferica e idrogeno. In parole povere, questi composti vengono fatti reagire tra di loro creando alcol etilico che sarà poi usato tal quale o raffinato in altre tipologie di carburanti. Anche in questo caso i veicoli endotermici potrebbero essere adattati, ma per contro resta il fatto che attualmente i prezzi di produzione toccano fino a 10 euro al litro. Cosa succederà? Intanto la Germania ha vinto a livello Europeo, semplicemente perché ha lavorato meglio dal punto di vista politico, stringendo alleanze. L’Italia non ha trovato appoggi ed è rimasta al palo. La sensazione che queste soluzioni siano il frutto di pressioni da parte delle multinazionali, ma siano un ripiego per chi vorrà un motore rombante. Forse la tecnologia e la ricerca li renderanno sostenibili, ma non potranno rappresentare il futuro della mobilità, che punterà su altre tecnologie, lasciando agli irriducibili con il portafoglio gonfio, il piacere di essere “retrò”. Da qui al 2035 l’evoluzione farà passi da giganti (pensate solo ai cellulari che circolavano negli anni 2000) e forse se tutti entrassero nell’ordine di idee di investire nella ricerca, forse potremmo ritrovarci tra 12 anni ad avere auto alla portata di tutti.