Decreto riuso inerti, Bergesio (Lega): “Intervento fondamentale per la filiera delle costruzioni”

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“Intervento importante per la filiera delle costruzioni, che si inserisce nella Strategia nazionale e nel Piano europeo d’azione per l’economia circolare”. Così il Senatore Giorgio Maria Bergesio, Lega, commenta l’entrata in vigore, oggi 4 novembre, del Decreto “End of waste” del Ministro della Transizione ecologica sul riuso degli inerti.

Il provvedimento, “Regolamento recante disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di origine minerale, ai sensi dell’articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152″ contenuto nel decreto 27 settembre 2022 n. 152, emanato dal Ministero della Transizione Ecologica e a cui è associato un target nazionale del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in 8 articoli detta nuovi criteri specifici nel rispetto dei quali i rifiuti inerti da attività di costruzione, demolizione e scavo, e altri rifiuti inerti di origine minerale, sottoposti ad operazioni di recupero, non sono più qualificati come rifiuti e possono quindi essere riutilizzati.

In pratica, per rifiuti inerti si intendono gli scarti prodotti durante i lavori di costruzione e/o demolizione che non subiscono nessuna variazione nel tempo e non rappresentano alcun rischio per l’ambiente o per la salute (a differenza di un rifiuto organico).

“Sono quindi rifiuti, ma non del tutto inutili in quanto possono essere riutilizzati nuovamente nel settore delle costruzioni. Ma attenzione, sebbene inerti, devono essere raccolti, smaltiti e riciclati facendo riferimento a precise procedure, differenti rispetto a quelle per i rifiuti urbani”, sottoposti a regole precise”, puntualizza il Senatore della Lega.

Rientrano tra i rifiuti inerti sabbia, ghiaia, argilla espansa, vermiculite e perlite, conglomerati cementizi, calcinacci, macerie, conglomerati bituminosi, cemento, mattoni, mattonelle, ceramiche, intonaci, residui di lavorazione non pericolosi che provengono da azioni di demolizione o da cantieri edili.

In Italia i rifiuti edili sono circa 70 milioni di tonnellate, secondo i dati del Piano nazionale di gestione dei rifiuti, e per la prima volta si definiscono criteri e parametri di riferimento per trattarli e trasformarli in nuova materia prima. Ci saranno 180 giorni per monitorare il provvedimento, prevedendo nel caso una revisione dei criteri o rettifiche nella qualifica di rifiuto da costruzione riciclabile.

“Il Decreto rappresenta un tassello normativo fondamentale per semplificare ed incrementare il riciclo dei rifiuti inerti. Le detrazioni in edilizia, volano per l’economia italiana, hanno condotto ad un aumento considerevole degli interventi di ristrutturazione, anche con demolizione e ricostruzione, legati per lo più al Superbonus. Tuttavia, la realizzazione dei lavori produce un’enorme quantità di scarti di lavorazione, i cosiddetti “rifiuti inerti”, che, se rispettati determinati criteri, potranno ora essere riutilizzati”, conclude il Senatore Bergesio.

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