Dalla Regione Piemonte finanziata la misura “Salva mutui e affitti”

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La Regione Piemonte ha assegnato quasi 2.400.000 euro alle Agenzie sociale per la locazione dei 48 Comuni piemontesi che hanno deciso di aiutare chi necessita di trovare un alloggio in affitto oppure, compresi i genitori separati o divorziati, nonostante abbia usufruito della possibilità concessa dallo Stato di sospendere la rata del mutuo per 16 mesi è ancora in difficoltà economica e non è stato in grado, pur volendolo, di onorare i pagamenti dovuti.

“La casa – puntualizza l’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino – è un diritto inalienabile ed è compito della Regione fare tutto il possibile per sostenere i cittadini più fragili, che non sono ancora in grado di far fronte in autonomia ai costi per la propria abitazione”.

I mutuatari o i locatari in difficoltà devono presentare domanda di contributo agli sportelli del Comune di residenza o allo sportello del Comune capofila d’ambito territoriale per coloro che risiedono in paesi privi di sportello. Insieme alla domanda di erogazione del contributo, il richiedente deve presentare la documentazione che comprova la situazione di interruzione del pagamento delle rate di locazione o del mutuo concessa dall’istituto di credito con le modalità e il persistere delle situazioni che hanno inciso negativamente sulla condizione del nucleo anagrafico.

Il Comune valuta l’ammissibilità delle domande pervenute in base ai seguenti parametri: cittadinanza italiana o di un Paese dell’Unione Europea o possesso di un regolare permesso di soggiorno; Isee non superiore a 26.000 euro; residenza anagrafica o attività lavorativa da almeno un anno nel Comune sede di agenzia o nei Comuni appartenenti al medesimo ambito territoriale, previo accordo tra di essi; cessazione del rapporto di lavoro subordinato, ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissioni del lavoratore non per giusta causa; cessazione dei rapporti di lavoro ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di recesso datoriale per giusta causa, di recesso del lavoratore non per giusta causa e morte o riconoscimento di handicap grave, ovvero di invalidità civile non inferiore all’80 per cento.

L’immobile oggetto del contributo non può superare i 95 metri quadrati e non può essere classificato. Il valore iniziale del mutuo per l’acquisto della prima casa non può superare i 100.000 euro. Il contributo a fondo perduto per i mutuatari sarà di 12 rate mensili per chi presenta un Isee inferiore a 6.400 euro, 9 rate mensili con Isee da 6.400 a 10.600 euro, 6 rate mensili per Isee da 10.600,01 a 26.000 euro.

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