Dalla filiera del legno l’alternativa per combattere la crisi energetica

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Il conflitto russo-ucraino sta avendo importanti ripercussioni sulle bollette di luce e gas, con più di 4 milioni di famiglie in condizioni di povertà energetica e aziende in difficoltà per l’aumento dei costi di produzione e commercializzazione. Due gli effetti negativi che si stanno verificando negli ultimi mesi: la riduzione della capacità di acquisto dei cittadini, e l’aumento dei costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare, con i rincari che si riversano su tutta la filiera, dalla produzione alla trasformazione e distribuzione. Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è costretta a cessare l’attività, mentre circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque obbligata a lavorare in una condizione di reddito negativo.

“Alla luce di questa situazione, sempre più critica dal punto di vita energetico, è necessario valorizzare la filiera del legno piemontese – affermano  Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –  anche al fine di evitare un incremento della quota di materiale di importazione, soprattutto rispetto al pellet. La guerra ha messo sotto gli occhi di tutti la necessità di aumentare le risorse energetiche interne per questo puntare su fonti alternative garantirebbe maggiore sicurezza nell’approvvigionamento portando nello stesso tempo al vantaggio di uno sfruttamento responsabile e sostenibile del bosco con salvaguardia essenziale del territorio, oltre alla creazione di nuovi posti di lavoro. Per non parlare, poi, degli effetti positivi che si riverserebbero sulla questione inquinamento e cambiamenti climatici, fattori che al giorno d’oggi non si possono più ignorare”.

In Piemonte si sono quasi 1 miliardo di alberi e sono presenti 52 specie arboree e 40 specie arbustive con una grande variabilità di composizione e struttura. E’ la regione, che a livello nazionale, ha la più ampia superficie forestale arborea con circa 1 milione di ettari, ovvero il 38% del territorio, di cui i boschi coprono 932 mila ettari.

“Solo i boschi gestiti in modo sostenibile assolvono al meglio funzioni importanti per la società come la prevenzione degli incendi, delle frane e delle alluvioni o l’assorbimento di CO2. Grazie al lavoro ed alla presenza costante delle nostre aziende, è possibile preservare i territori dall’abbandono, svolgendo un insostituibile presidio rispetto all’assetto idro-geologico dell’intera regione, e mantenere un patrimonio naturale che ha una grande valenza turistica ed ambientale”, concludono Moncalvo e Rivarossa.

 

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