Da Alba al Mozambico: L’avventura di Sebastiano Seghesio in una delle aree più povere dell’Africa

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Due fratelli ed una volontà comune, quella di fare bene al prossimo. Se sulle colonne del Corriere vi abbiamo parlato a più riprese di Beatrice Seghesio, l’albese che da anni ormai, dopo aver ottenuto la laurea in scienze infermieristiche, è volontaria in Africa (Madagascar, Sud Sudan ed ora Mozambico), oggi vi parliamo di Sebastiano, anche lui diventato volontario di servizio civile. In questo momento si trova a Beira, seconda città del Mozambico, aderendo al progetto Cuamm. Nella città africana si trova l’ospedale che è centro di riferimento di secondo livello per un bacino di 1,6 milioni di abitanti. All’interno della struttura, il Cuamm è presente nella sala parto e nel reparto di neonatologia, dove si sta sperimentando con successo l’accesso al parto assistito, la gestione del parto complicato e la cura dei neonati. Tra gli altri progetti figurano anche la riabilitazione e l’equipaggiamento della neonatologia e della sala parto. Inoltre è stato realizzato l’allargamento della zona “madre canguro” (tecnica di assistenza al neonato prematuro o di basso peso che si basa sul contatto con la pelle tra madre e bambino). Qui lavora Seba che ha affidato proprio a Cuamm le sue impressioni su questa nuova avventura. «Sinceramente se devo cercare una parola che possa descrivere al meglio questo mio servizio civile, quella parola è consapevolezza. Qui in Africa ho acquisito consapevolezza del fatto che la pazienza è la via migliore per accettare gli ostacoli che ti si presentano davanti, che si tratti di impedimenti burocratici che tardano la tanto agognata partenza o ordinari incidenti di percorso come l’assenza di acqua corrente. Il servizio civile è la scelta sentita di un cittadino che decide che i valori di democrazia e patria descritti nella costituzione non si impongono con le armi ma si trasmettono attraverso la condivisione e la volontà di obiettare in modo non violento alle ingiustizie e alle disuguaglianze del mondo cercando di dare il proprio contributo, per quanto piccolo». Complimenti, dunque, alla famiglia Seghesio, per questo altissimo sentimento di solidarietà che nutre al suo interno .

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