Cure domiciliari dalle Rsa e corsi per badanti in Piemonte

0
33

L’offerta di cure domiciliari anche da parte delle Rsa e corsi di formazione per i “caregiver” familiari (badanti non professionali) sono fra le novità proposte dalla bozza di deliberazione della Giunta sul Programma regionale per la non autosufficienza 2022-2024.

 

Il provvedimento, in attuazione del Piano nazionale per la non autosufficienza, è stato illustrato dall’assessore alle Politiche dell’integrazione sociosanitaria e da alcuni funzionari durante un’informativa in quarta commissione, presieduta dal vicepresidente di maggioranza. Tale piano attua una profonda riforma delle politiche in favore delle persone fragili, in particolare anziane, attraverso la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) e stabilisce un quadro stringente al quale deve attenersi il Programma regionale.
Fra le peculiarità introdotte nel documento regionale c’è, come detto, la possibilità per le Rsa di partecipare all’erogazione dei servizi domiciliari (a seguito di una positiva sperimentazione avviata negli anni passati in alcune aree rurali e montane piemontesi). L’erogazione dei servizi domiciliari di supporto è poi stata estesa alle aziende agricole sociali. È poi prevista la possibilità, nell’ambito dei servizi di cure domiciliari, di fornire prima educazione e addestramento al badante non professionale per migliorare le sue capacità di assistenza al paziente.
Una consigliera Pd ha chiesto precisazioni sulla rendicontazione degli anni passati, essenziale per ottenere l’erogazione del fondo nazionale per la non autosufficienza e, richiamando le richieste di alcune associazioni del terzo settore, ha chiesto delucidazioni in merito all’accesso universalistico alle prestazioni sanitarie e sociosanitarie da parte dell’anziano malato cronico non autosufficiente.
Prevenzione e cura del melanoma
Durante la seduta si è svolto un approfondimento sullo stato dell’arte per la prevenzione, diagnosi e cura del melanoma, attraverso l’intervento di Franco Ripa, vice direttore della Direzione regionale Sanità e Welfare, Massimo Aglietta, direttore Rete oncologica del Piemonte e Pietro Quaglino, direttore Dermatologia Città della Salute.
Gli specialisti hanno sottolineato, fra gli obiettivi della Rete oncologica, quello di rafforzare un approccio di rete e una collaborazione multidisciplinare, di favorire l’accesso alle terapie innovative e l’integrazione fra ospedale e territorio.
Il melanoma è un tumore che in Italia ha un’incidenza di 20 casi all’anno su 100mila soggetti circa, con una tendenza all’aumento nelle ultime decadi sia negli uomini sia nelle donne. La curva della mortalità risulta abbastanza piatta, essenzialmente stabile o in lieve riduzione, il che significa che molte diagnosi avvengono in fase iniziale, quando la malattia ha una prognosi più favorevole e l’intervento chirurgico di asportazione può essere risolutivo. A migliorare l’aspettativa di vita hanno contribuito le terapie recentemente introdotte, efficaci anche per la fase metastatica.
I relatori hanno ricordato l’importanza della sensibilizzazione della popolazione per ridurre i rischi modificabili, evitando ad esempio una scorretta esposizione ai raggi Uv e scottature solari già in  giovane età e l’importanza della prevenzione e dei controlli soprattutto per soggetti che per fenotipo e storia famigliare hanno maggiori fattori di rischio.
Sulla prevenzione, la possibilità di quantificare l’efficacia delle diverse azioni e i possibili progetti da promuovere sul territorio sono intervenuti con riflessioni e domande il consigliere del gruppo Monviso e la consigliera M4o-Up.

La presente comunicazione è mancante di virgolettati e nomi delle persone politicamente esposte, secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge 22 febbraio 2000 n.28 in tema di par condicio nei periodi pre elettorali e referendari.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui