SAVIGLIANO – «Come la cucina di casa» per la qualità, «di livello industriale» per la quantità e le attrezzature.
È la cucina di Oasi Giovani, situata a palazzo Longis: un’attrezzatura professionale acquistata alcuni anni fa con il contributo della Fondazione Crc, che in quest’estate appena trascorsa è arrivata a toccare punte di 220 pasti giornalieri, preparati anche per i giovani dell’Estate ragazzi.
Il punto cottura è intitolato a Pomona, dea romana della frutta, della vite e dell’ulivo, simbolo dell’abbondanza della terra. Un richiamo appropriato, dato che ogni giorno sono circa settanta i pasti caldi preparati, distribuiti ai bambini dei micronidi, del baby parking e del Centro educativo post-scolastico.
Due gli chef all’opera dietro ai fornelli, Matteo Migliore ed Eva Gega. Ogni giorno, fanno funzionare una macchina ormai rodata. «Entro le 9.30 – spiegano – riceviamo il numero esatto dei pasti da preparare. Il menù viene elaborato dall’Asl, in modo bilanciato e seguendo la stagionalità dei prodotti. Entro l’ora di pranzo prepariamo i pasti (dalle lasagne al nasello, dagli arrosti alla pasta), con un occhio ai semi-divezzi o a chi soffre di intolleranze o celiachia».
Dalla mensa alla tavola, il passo è breve: due carrelli portano i piatti ai micronidi (che si trovano nello stesso edificio); gli altri pasti vengono consegnati direttamente al baby parking di corso Vittorio e al Centro educativo di corso Roma.
«Il punto di forza – aggiungono Eva e Matteo – è che non si usano prodotti preparati, tutto è fatto come nella cucina di casa. Il riscontro è normalmente positivo, ma se c’è qualcosa che non piace il feedback è immediato, e si corregge il tiro».
«Avere una mensa interna è un obiettivo che abbiamo fortemente voluto – afferma il presidente di Oasi Giovani Gianfranco Saglione –. Garantisce una qualità elevata, che abbatte lo “stereotipo” classico della mensa. Oltre che per i nostri bambini, la cucina viene usata anche per i laboratori e le iniziative del progetto “Oceano”. Ora il nostro ente sta valutando di stringere convenzioni con enti del territorio per la fornitura dei pasti».