Covid, i Dpi delle Asl pagati da Ue e Stato

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Hotspot “Drive Through Difesa” (DTD), dedicato ai test rapidi e tamponi nel parcheggio dell’Allianz Stadium di Torino – La struttura modulare realizzata dell’Esercito, in particolare della Brigata Alpina “Taurinense”, nell’ambito dell’operazione “Igea” disposta dal Ministero della Difesa composta da un team medico sanitario militare.

Le spese sostenute dalle aziende sanitarie piemontesi nel 2020 per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale in relazione alla pandemia da Covid 19 saranno coperte in parte con fondi europei, 140 milioni di euro del Por Fesr, in parte con risorse statali, circa 82 milioni che il decreto legge in corso di perfezionamento dovrebbe assegnare al Piemonte. E’ quanto è emerso nella riunione del gruppo di lavoro sulla gestione dell’emergenza, presieduta da Daniele Valle, nella quale sono stati sentiti i tecnici dell’assessorato alla Sanità per avere un quadro dei fondi nazionali Covid 2020 spesi e avanzati.

“Con i Dl Covid, alla nostra regione sono state assegnate risorse per circa 262 milioni complessivi –  è stato spiegato – che hanno finanziato spese per servizi e personale, da cui restavano fuori le spese per i dpi, che saranno appunto coperte con i fondi europei e le risorse stsatali previste dal nuovo decreto in via di definizione. Ciascuno dei decreti 2020 prevedeva dei vincoli di spesa per le aziende sanitarie che il nuovo testo dovrebbe abolire, consentendo di compensare le voci di spesa sostenute per l’emergenza”.

Domenico Ravetti (Pd) e il presidente Valle hanno chiesto approfondimenti sulla suddivisione territoriale e le modalità di assegnazione dei fondi, “per i quali – è stato precisato – si sta procedendo seguendo l’ordine di presentazione delle domande da parte delle aziende”.

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