Corruzione in Unione Comuni: solo Vezza chiederà i danni

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La facciata del palazzo del Municipio vezzese

Incomprensibile. Così l’avvocato Giulio Calosso, nominato da Vezza d’Alba, ha definito la decisione degli altri Enti locali coinvolti di non costituirsi parte civile, non chiedere i danni al processo Feudo 2. Si tratta dell’inchiesta della Guardia di Finanza sulla gestione dell’Unione Comuni Tartufo e Arneis, che con quello vezzese svelò lo stato dei vicini Municipi di Santo Stefano e Montaldo Roero. Gli ormai ex sindaci furono tutti arrestati. Il presidente Renato Maiolo, santostefanese, 74 anni, già nel 2021 con Feudo 1. Carla Bonino, 72 anni, e Fulvio Coraglia, 53, a dicembre 2022. Martedì in Tribunale ad Asti s’è tenuta l’udienza preliminare.

 

Per l’accusa sarebbe stata truffata la Regione Piemonte spacciando per inagibile a Vezza un asilo al fine di prendere contributi (450­­mila euro) a farne uno nuovo. Montaldo con false attestati di lavori su un’altra scuola ne avrebbe ottenuti oltre 600­mila. L’Unione, truccato il bilancio 2018 celando debiti e disavanzi, 118­mila euro per opere in realtà già realizzate. Con gli amministratori, le richieste di rinvio riguardano la funzionaria dell’Unione ora in liquidazione, Federica Borello, 51 anni, di Sommariva Perno; l’ex vicesindaco vezzese Giuseppe Stef­f­anino, 73, e il geometra del­­l’ufficio Tecnico Aldo Pugnetti, 67 anni. Poi consulenti, professionisti e ditte che avrebbero lucrato su un sistema illecito di forniture e appalti: il progettista albese Giovanni Careglio, 61 anni, e l’arch. Cinzia Gotta 56­enne di Bra (entrambi con Borello alla sbarra in Feudo 1); l’im­prenditore 61enne di Ca­vallermaggiore Felice Scotta; il perito di Castagnole Lanze Pier­michele Gallo, 73; il cheraschese ing. Valter Peisino, 64; il dirigente in Regione Gianluca Comba, 55 anni. Le accuse a vario titolo oltre che di truffa e falso sono di corruzione e turbata libertà degli incanti. Il processo proseguirà il 28 novembre.

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