dal PiemonteAttualità

Consumo di suolo, rischio idrogeologico, reati ambientali. Il Piemonte è un malato grave di “incuria ambientale”.

L’erosione di una risorsa non rinnovabile – il suolo – è ancor più grave se si pensa all’impatto che ha sull’innalzarsi delle temperature e sul dissesto idrogeologico” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, commentando il report del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, secondo il quale tra il 2019 e il 2020 in Piemonte sono scomparsi 439 ettari di verde e Torino è la seconda città metropolitana in Italia per superficie consumata: 58mila ettari. Nel solo Comune di Torino a oggi è stato consumato il 65% della superficie naturale. Certo, è la città italiana con più alberi, ma anche tra quelle che ne abbattono di più.

E qui arriva un’altra maglia nera per il Piemonte” – aggiunge Grimaldi – “perché siamo la Regione che meno di tutte ha mappato il rischio idrogeologico: solo il 19,7% di quanto previsto dal Piano di Cartografia Geologica”.

Grimaldi cita inoltre il Rapporto Ecomafie 2020 di Legambiente, che parla di un Piemonte “sorvegliato speciale”: undicesimo con 1703 reati, 1108 persone denunciate e 216 sequestri nel 2019, ma sesto per le illegalità riscontrate nel ciclo dei rifiuti, con 89 incendi di impianti di trattamento, smaltimento e recupero dal 2013 al 2020.

Purtroppo” – commenta Grimaldi – “se la riforma della giustizia penale approdata alla Camera non verrà modificata, escludendo i delitti contro l’ambiente dal meccanismo della improcedibilità, sarà l’ordinamento nazionale a garantire impunità per inquinatori ed ecomafie. Ma ciò non toglie che la diagnosi sullo stato di salute ambientale del Piemonte sia grave ed è evidente che non stiamo curando il malato. Purtroppo i nostri vigneti non sono fatti di lamiera, non basterà assicurarli come automobili per salvarli dalla prossima grandinata”.

Redazione Corriere

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