Confindustria Cuneo: dalla nostra economia segnali confortanti

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L’indagine di previsione per la provincia di Cuneo per il quarto trimestre 2022 a cura del Centro Studi di Confindustria Cuneo e costruita sui dati rilevati nel mese di settembre, non può che restituire, sotto forma di numeri, il deterioramento del clima di fiducia rispetto a quanto rilevato a giugno. Pesano in particolare i costi dell’energia, sia sulle imprese sia sulle famiglie, che incidono notevolmente anche sulla propensione ad investire, con un generale rallentamento dell’economia.

Come ha fatto rilevare il presidente di Confindustria Cuneo Mauro Gola in sede di presentazione dei risultati dell’analisi congiunturale: «Il quadro odierno è diverso da quello degli ultimi tempi. Dopo un forte recupero dell’economia nel 2021 e un 2022 ricorretto verso l’alto nei primi mesi dell’anno, nonostante tutto quello che stava già capitando, ora dobbiamo fare i conti con alcuni dati in peggioramento o perlomeno non in fase espansiva. Ci sono elementi che, se da una parte non preoccupano ancora da un punto di vista produttivo, dall’altra determinano un rallentamento, perché l’aumento dell’inflazione e dei tassi incide sulla parte di investimenti e dunque sulla crescita dell’economia. I costi dell’energia hanno portato ai massimi l’inflazione, che ricade sulle famiglie. Occorre quindi prestare massima attenzione alle fasce più deboli, sulle quali l’aumento del costo dei consumi e dell’energia ha un impatto maggiore. Dobbiamo fare il massimo per non lasciare indietro nessuno».

Lo scenario internazionale è segnato dal balzo dei prezzi energetici che sta pregiudicando l’attività produttiva mondiale, seppure con diversa intensità nelle varie aree geografiche. L’Europa è quella più fortemente colpita, mentre lo shock energetico e l’invasione russa dell’Ucraina stanno avendo effetti diretti sull’economia statunitense più contenuti di quelli osservati per altri paesi e anche la Cina non ha ancora risentito marcatamente della guerra in Ucraina.  Per quanto riguarda il nostro Paese, la previsione del tasso di crescita attesa per il 2023 è stata ridotto, passando dal +1,9% al + 0,1%. Il secondo trimestre 2022 ha portato risultati migliori delle attese in particolare nella spesa delle famiglie, che si riteneva sarebbe stata più compressa dal caro bollette e dalla guerra in Ucraina. In realtà, il desiderio di tornare alla normalità con il venire meno delle limitazioni Covid ha generato un rimbalzo delle spese legate a tempo libero e turismo. Altrettanto buono il risultato per la manifattura, con investimenti ed esportazioni ancora in espansione. Questo ha determinato una revisione al rialzo delle previsioni di crescita per il 2022 da +2,9% a +3,4%.

«Le previsioni che stiamo analizzando sono da considerare anche sotto l’aspetto emotivo, con i nostri imprenditori che sono giustamente prudenti nel guardare ai prossimi mesi, visto il contesto mondiale, ma va tenuto conto che i fondamentali della provincia di Cuneo tengono bene e ci fanno restare relativamente tranquilli sullo stato della salute dell’economia provinciale, il cui tessuto storicamente ha sempre reagito meglio rispetto ad altri distretti – ha aggiunto il direttore di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, passando all’analisi dei dati provinciali –. La previsione degli investimenti per quanto riguarda il mondo imprenditoriale della nostra provincia sono tutto sommato positivi e gli impianti funzionano ad altissima intensità: questo è un dato che non risente della soggettività e rappresenta un’unità di misura funzionale a capire lo stato dell’industria». A livello territoriale le circa 300 imprese associate a Confindustria Cuneo che hanno preso parte all’indagine di previsione per il quarto trimestre 2022 esprimono valutazioni in linea con quelle medie regionali. Nel manifatturiero, per il quale hanno risposto all’indagine circa 200 aziende, tutti gli indicatori anticipatori, ad eccezione del saldo sull’occupazione, tornano negativi, in linea con la media piemontese. A livello consuntivo si mantiene stabile il tasso di utilizzo delle risorse, a fronte di qualche difficoltà in più negli incassi e nella propensione ad investire. Nei servizi il clima di opinione, grazie soprattutto alla tenuta del terziario innovativo, si mantiene ancora generalmente favorevole, sebbene le valutazioni si mostrino più prudenti rispetto a giugno. È negativo solo il saldo sugli ordini totali, con qualche segnale di risalita del ricorso alla Cig, che si mantiene comunque a livelli fisiologici.

Per quanto concerne i settori, a fornire un’interpretazione dei dati raccolti nel corso dell’indagine è stata Elena Angaramo del Centro Studi di Confindustria Cuneo.

 

L’ultimo intervento è stato affidato al presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, il quale ha fornito un’interpretazione del periodo visto con gli occhi dell’amministratore. «È necessario fare una riflessione in merito alla necessità di apportare correttivi al Pnrr o perlomeno di un adeguamento che tenga conto dell’aumento dei costi dei materiali, con tempi per progettare e bandire le gare che siano praticabili, altrimenti si rischia di non riuscire a utilizzare uno strumento poderoso». A mo’ di esempio il presidente Robaldo ha ricordato: «Come Provincia abbiamo in mente investimenti nell’edilizia scolastica, che per il solo 2022 ammontano a 30 milioni di euro, ma in base al nuovo prezzario dovremmo averne a disposizione quasi 40 per realizzare tali lavori». «Come è stato evidenziato negli interventi precedenti, per quanto riguarda la nostra realtà economica provinciale – ha poi aggiunto Robaldo – i fondamentali economici reggono, ma penso sia anche importante sottolineare come da noi esista un “sentiment” diffuso di appartenere a una terra che consente un clima sociale più coeso. Ciò non toglie che si inizino a vedere segnali di sofferenza, specie nelle fasce più deboli della popolazione, a cui occorre prestare massima attenzione, come ha ricordato il presidente Gola».

In merito all’azione del Governo da poco insediato, Robaldo ha chiosato: «Dell’esecutivo fanno parte 4 ministri piemontesi: è una grande opportunità, ma anche una responsabilità, come ha ricordato recentemente il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Sapere che a Roma ci sono persone che conoscono bene le problematiche del nostro territorio ci deve indurre a farci sentire per riuscire a portare a termine opere fondamentali per il Cuneese».

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