Come cambia l’Abet a Bra dopo gli esuberi

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Di 112 che erano stati dichiarati in esubero a gennaio una quarantina hanno cambiato mansione; 35 complessivamente le uscite volontarie incentivate e i prepensionamenti; circa 25 i terziarizzati e una decina i lavoratori che hanno rifiutato le proposte fatte dall’azienda. Così la settimana scorsa dalla Cisl davano i numeri – «a grandi linee», precisavano – sulla situazione dell’Abet Laminati Spa relativamente alla vertenza esuberi che si è definitivamente chiusa lo scorso 31 maggio. L’Abet è la più importante fabbrica del polo chimico di Bra e fino a poche settimane fa contava intorno ai 600 dipendenti.

Le terziarizzazioni – hanno aggiunto dalla Cisl – riguardano tutte il passaggio diretto alla saviglianese Five Stars, società di servizi a cui Abet ha delegato la gestione di magazzino e spedizioni nei suoi stabilimenti. Della decina di esuberi ancora irrisolti, «che in ogni caso non potranno più beneficiare, per scadenza dei termini, dell’accordo firmato ad aprile a Roma», al “Corriere” ne risultano solo 6. Come scritto su questa pagina due settimane fa, tramite i loro avvocati hanno cercato di aprire una nuova trattativa. Vorrebbero evitare sia l’esternalizzazione sia le dimissioni incentivate mantenendo il contratto in essere con i vantaggi economici e le tutele che Five Stars non prevede.

All’avvocato Nicola Fava, che con il collega Piergiuseppe Fissore patrocina il gruppo più numeroso di questi operai, abbiamo chiesto un aggiornamento della situazione. «Per ora nessuna novità, Abet non ha ancora risposto» –ci ha detto venerdì il legale. Aldo Pellegrino di Cisl: «Il sindacato non è coinvolto, vedremo cosa deciderà l’azienda».L’amministratore delegato di Abet Ettore Bandieri ha escluso la possibilità di concedere «eccezioni»: a questo punto potrebbero partire i licenziamenti.

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