Coldiretti Piemonte-vino: fermare blitz irlandese su etichette allarmistiche

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Il blitz irlandese sulle etichette allarmistiche sul vino va fermato per difendere un prodotto simbolo del nostro Paese che è anche il principale produttore ed esportatore mondiale con oltre 14 miliardi di fatturato e dà lavoro dal campo alla tavola a 1,3 milioni di persone. E’ quanto afferma la Coldiretti dopo che l’Irlanda ha notificato all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) le norme tecniche sull’etichettatura “salutista” degli alcolici, da applicare a tutti i prodotti alcolici venduti in Irlanda, siano essi prodotti localmente o importati. Il periodo per la presentazione delle opposizioni scade tra 90 giorni.

Dopo aver incassato l’autorizzazione Ue, il Governo di Dublino vuole ora il via libera dal Wto per adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità. Un provvedimento preso nonostante i pareri contrari di Italia. Francia e Spagna e altri sei Stati Ue che considerano la misura una barriera al mercato interno, e l’annuncio della stessa Commissione di possibili iniziative comuni sull’etichettatura degli alcolici.

“Viene realizzato all’estero gran parte del fatturato del vino piemontese – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – e ora questi ingiustificati allarmismi potrebbero mettere a rischio un prodotto presente sulle tavole da migliaia di anni e che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea. E’ del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici, tipico dei Paesi nordici, al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità a più bassa gradazione come il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita lento, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol. Il giusto impegno dell’UE per tutelare la salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.

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