Coldiretti Piemonte, Vinitaly: per 84% degli italiani il vino fa bene alla salute

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Per l’84% degli italiani un consumo moderato di vino fa bene alla salute. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti e Centro studi Divulga presentata al Vinitaly.

 

Il più gettonato resta il vino rosso, preferito dal 48% dei consumatori, superando il bianco (31%) e gli spumanti (12%), mentre il rosé viene indicato da un 8% e il restante predilige altro. La compagnia privilegiata di consumo del vino è la famiglia, secondo oltre la metà (51%) degli intervistati, mentre un altro 29% lo beve assieme agli amici. C’è poi un 13% che predilige il vino quando è assieme al partner. Solo un 6% lo beve da solo. Le mura domestiche risultano dunque il luogo privilegiato di consumo, seguite da ristorante ed enoteche e bar.

 

“E’ del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come il vino che in Italia è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol – affermano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale nel sottolineare che le nuove politiche rischiano di colpire ingiustamente il prodotto simbolo del Made in Italy che è il più presente sulle tavole estere -. Proprio l’export è salito del +10%, a livello nazionale, pari a 7,9 miliardi di euro ed è record storico per il vino italiano che è la prima voce dell’export agroalimentare nazionale nel 2022 oltre a essere uno straordinario ambasciatore dello stile di vita slow e sano rappresentato dalla Dieta Mediterranea inserita dall’Unesco nel patrimonio immateriale dell’umanità. Il vino piemontese è particolarmente apprezzato dagli americani che ne assorbono il 35% della produzione e le esportazioni hanno raggiunto i 200 milioni di euro, dai britannici tanto che il 20% vola oltre Manica, in particolare le bollicine, ma anche dai mercati asiatici con un +75% in Cina e +15% in Giappone”.

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