Coldiretti Piemonte: SOS acqua con Po ridotto di 1/3 rispetto al 2021

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Pioggia e neve cadute in queste settimane non bastano a cancellare, o anche solo a sanare, il deficit idrico dell’Italia. È il Nord l’area più in sofferenza, secondo quanto afferma Coldiretti Piemonte. I dati dei grandi laghi sono peggiori di quelli del gennaio 2022, quando già la situazione era compromessa da mesi di deficit di precipitazioni significativi. La percentuale di riempimento del lago Maggiore è al 18% ed Po resta in sofferenza. Nonostante le recenti piogge ha portata dimezzata a Torino ed è ridotto, lungo tutto il percorso piemontese, a circa 1/3 della portata del 2021, secondo i dati di Anbi.

“E’ concreto l’SOS siccità anche per il 2023 – spiegano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Oltretutto con le alte temperature, la natura si è già risvegliata in un inverno che, dal punto di vista climatologico, ha fatto segnare fino ad ora una temperatura superiore di 2,09 gradi rispetto alla media storica. Il rischio concreto è che repentine ondate di gelo notturno brucino con l’andare del tempo fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti di frutta e sul carrello della spesa. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici per questo ribadiamo che è necessario agire con metodo e non sempre e solo in emergenza, programmando interventi e progettando infrastrutture. Occorre, quindi, non solo individuare modalità efficienti ed efficaci per governare l’emergenza, ma anche avviare un processo attraverso il quale porre la necessaria attenzione al tema delle infrastrutture irrigue ed incrementare la capacità di conservazione, per utilizzare l’acqua nei momenti di maggior idroesigenza superando l’attuale condizione di diffusa dispersione”.

 

 

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