Coldiretti Piemonte – Proroga caccia al cinghiale: la Regione dimostra di voler mantenere lo status quo

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Modificando l’impostazione del calendario venatorio, rispetto alla stagione di caccia 2021/2022, la Regione ha introdotto una formula sperimentale che prevede la possibilità, per l’intero mese di gennaio 2022, di esercitare, da parte di singole squadre di cacciatori, la caccia di selezione al cinghiale con l’ausilio di un numero massimo di tre cani. L’obiettivo dichiarato vorrebbe essere quello di contenere il numero dei selvatici che, a livello regionale, si aggira sugli 80 mila esemplari.

“Una misura, oltretutto non ben voluta dall’Ispra, che aumenta soltanto l’interesse di un gruppo ristretto che controlla porzioni di territorio, e che lo fa già da tempo a discapito degli agricoltori e delle effettive esigenze della cittadinanza, ma che non va alla radice del problema – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Una modalità apparentemente sperimentale che in realtà va a rafforzare un sistema che negli anni ha fallito, poiché la situazione resta tutt’ora molto critica e grave, e che lascia la gestione in mano a pochi facendo sì che la fauna selvatica continui indisturbata a nutrirsi dei prodotti coltivati dai nostri agricoltori. E’ indiscusso, infatti, che il numero di esemplari vada sensibilmente ridotto avendo ormai raggiunto un livello di saturazione insostenibile, ma bisogna intervenire con un approccio maggiormente strutturato, facendo piuttosto ricorso alla tecnologia e a metodi di caccia più efficaci. Così si danneggiano la società, con il costante aumento degli incidenti stradali, ed il settore agricolo, compromettendo ulteriormente l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali con la perdita della biodiversità ed il rischio di diffusione di malattie”.

 

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