Cia Cuneo ha aperto a dicembre lo sportello di consulenza dedicato alla castanicoltura

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Il Centro Regionale di Castanicoltura stima che, in Piemonte, ci siano 4.000 ettari di terreni gestiti e coltivati a castagneti da frutto. Di questi, il 50% si concentra in provincia di Cuneo: nelle vallate del Cebano, Monregalese, Cuneese e Saluzzese, più una parte di impianti, con varietà nuove, in sviluppo verso la pianura. Quindi, una presenza agricola importante per il territorio dal punto di vista produttivo-economico e a livello di salvaguardia del territorio. Motivazioni che hanno indotto la Cia Cuneo ad aprire, a metà dicembre 2021, anche per volontà del direttore provinciale, Igor Varrone, uno sportello dedicato alla castanicoltura nei locali dell’ufficio Cia di Saluzzo, in piazza Garibaldi 25. Ufficio al quale, però, possono fare riferimento le aziende di tutta la “Granda”. Il consulente referente dello sportello è il tecnico Moreno Dutto.

Il progetto

Ma come è maturato il progetto? A rispondere è Maurizio Ribotta: responsabile provinciale Cia dell’assistenza tecnica in campo per le diverse colture. “Lo scorso anno – spiega Ribotta – l’organizzazione agricola ha deciso di avviare il servizio dell’assistenza di campo a supporto delle aziende. Tra le tante coltivazioni prese in considerazione c’è stata quella del castagno, che, nella “Granda”, presenta notevole interesse dovuto, in particolare, a tre motivi: la storicità della produzione nelle valli; i nuovi impianti realizzati con varietà diverse anche nei territori di pianura e la buona richiesta di prodotto fresco e trasformato da parte dei mercati. Attraverso lo sportello intendiamo dare una risposta concreta all’esigenza sempre maggiore degli associati, i quali chiedevano una consulenza tecnica specifica e di alto livello anche per questa coltura. Vogliamo seguire con attenzione le tante aziende che si stanno specializzando nel settore”.

Perché la scelta di Saluzzo come sede dello sportello? “Le valli del Saluzzese stanno diventando aerali importanti per il comparto castanicolo. Proprio in questa zona stava crescendo, in modo rilevante, la domanda di assistenza tecnica. Lo sportello, comunque, è aperto alle necessità di tutte le aziende della provincia”.

La consulenza

Lo sportello, aperto il mercoledì dalle 8.30 alle 12.30,  offre la consulenza relativa alla progettazione di nuovi impianti, ai sistemi di produzione, alle tecniche di irrigazione e di concimazione, ai trattamenti fitosanitari contro le malattie e gli insetti dannosi.

Chiediamo a Ribotta quali sono i maggiori problemi che la castanicoltura deve affrontare. “Il castagno – risponde – dal punto di vista agronomico è una coltura abbastanza complessa, perché deve crescere su terreni in cui abbia la possibilità di adattarsi bene e in condizioni pedoclimatiche adeguate. Per questo dobbiamo guidare l’azienda agricola nella scelta dell’aerale più consono, nella corretta progettazione dell’impianto e del sistema di irrigazione, nelle pratiche agronomiche e nei trattamenti fitosanitari: il castagno, infatti, è molto soggetto all’attacco di malattie e insetti che lo indeboliscono e lo fanno deperire. Purtroppo, si assiste di frequente a insuccessi nella coltivazione in quanto, la stessa, non viene sempre portata avanti attraverso una consulenza appropriata”.

Negli anni passati abbiamo assistito alla devastazione di molti castagneti da parte del cinipide. Come è ora la situazione? “Grazie ai lanci dell’insetto antagonista, che ha contrastato il parassita, va molto meglio. Ma non bisogna abbassare la guardia perché quest’ultimo non è sparito del tutto. Nella zone più boschive c’è ancora, seppure in misura contenuta”.

Il valore della castanicoltura oltre al frutto prodotto

Dice Ribotta: “La castanicoltura di tipo tradizionale nelle valli, con il recupero e il mantenimento in buone condizioni dei boschi in cui vivono le piante di castagno, aiuta l’ambiente a restare sano e attivo. Passando dal concetto di abbandono delle aree a quello di territori che diventano una risorsa. Inoltre, si contiene il dissesto idrogeologico. Poi c’è la coltivazione di nuove varietà negli aerali più pianeggianti, che offre all’azienda agricola la possibilità di avere una coltura alternativa a quelle maggiormente diffuse: però andate in crisi nei periodi più recenti. Il castagno può essere un’opportunità di diversificazione colturale utile per molte aziende in considerazione della profonda crisi che coinvolge diverse filiere agrialimentari italiane”.

Informazioni

Tutte le aziende della provincia di Cuneo interessate ad avere una consulenza sulla castanicoltura possono fare riferimento alla Cia Saluzzo: 0175 42443; referente tecnico castanicoltura, Moreno Dutto: m.dutto@cia.it; responsabile provinciale consulenze in campo, Maurizio Ribotta: m.ribotta@cia.it, 334 6954070.

 

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