Cherasco torna a sognare un casello provvisorio per l’At-Cn

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Da qui, lungo l’ex statale 661 accanto alla sede della ditta Vivai Barberis, si potrebbero dirottare tutti i camion sull’autostrada liberando Roreto e Bra dal traffico pesante di attraversamento
Una «sensibilizzazione da tutto il Consiglio affinché si possa realizzare», ha auspicato Roberto Germano per il gruppo di minoranza, il casello temporaneo d’ingresso all’Asti-Cuneo dalla provinciale 661 ai piedi della collina del capoluogo. Si tratta di un’opera dal costo «molto modesto», preventivo 400mila euro, che consentirebbe di deviare in autostrada il traffico pesante oggi gravitante sull’asfittica e pericolosa viabilità della statale 231 e della provinciale 7 tra Pollenzo, Bra e Roreto. Il sindaco Carlo Davico ha risposto ieri sera in aula all’interrogazione di Nuova Cherasco che «continuerà a sollecitare» nella direzione auspicata.
Il progetto c’è già dal 2016 ed è stato redatto su iniziativa della ditta Monge Pet Food di Monasterolo di Savigliano, una delle tante la cui logistica è fortemente penalizzata dall’arretratezza delle infrastrutture viarie in Granda. Secondo la At-Cn Spa, la costruzione richiederebbe poche settimane perché si potrebbero sfruttare «viabilità locale e parcheggio» esistenti accanto al cavalcavia della A33 nei pressi della sede della ditta Vivai Barberis. Il problema sono le procedure burocratiche: autorizzazione di Stato, aggiornamento del piano finanziario e Valutazione d’impatto ambientale per cui servirebbero circa 2 anni. Il completamento dell’autostrada atteso da oltre 13, è indicato entro la fine del 2025. Questo senza altre aggiunte «sarebbe risolutivo», hanno sostenuto ancora Davico e il suo vice Claudio Bogetti. Sempre che i cantieri partiti ufficialmente ormai da qualche mese presso Roddi decollino e rispettino il cronoprogramma stabilito.   

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