C’erano una volta i tabelloni scolastici, privacy e pandemia annullano il tradizionale rito di fine anno

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Non bisogna andare troppo indietro nel tempo per ricordare quella lunga distesa di poster bianchi, affissi nei corridoi delle scuole, dove venivano pubblicati gli esiti degli scrutini. Promosso? Bocciato? Rimandato? Tutto era scritto nero su bianco (anzi rosso-nero) visto che le insufficienze erano evidenziate e marchiate di rosso sangue. Di lì non si scappava e nessuno, ma proprio nessuno, osava lamentarsi. Faceva parte della scuola, delle prassi consolidate e, diciamocelo pure, anche della trasparenza.

Uno studente “asino” doveva rassegnarsi a vedere una predominante colorata, un “violino”, magari con il 10 di condotta e tutto il filotto di valutazioni in nero, spesso era oggetto di invidia e sfottò da parte dei compagni meno bravi. Ma in fondo era giusto così. Un bel giorno è arrivata la legge sulla privacy e piano piano questo rito è andato via via svuotandosi. Si è partiti eliminando le valutazioni dei bocciati, poi dei rimandati ed oggi sono spariti definitivamente i tabelloni. Basta affissioni: io non posso sapere i voti del mio compagno di banco, che magari aveva 4 insufficienze, ma si ritrova promosso al pari mio.

Siamo d’accordo, la scuola non è una competizione, ma che male c’è se io che sgobbato tutto l’anno per imparare e raggiungere l’eccellenza, posso gonfiare il petto davanti a chi, magari perché lavativo, non ha aperto nemmeno i libri e dovrà studiare d’estate? Se proporzionalmente si procedesse allo stesso modo, alle Olimpiadi, rischieremmo di non vedere nemmeno la cerimonia di premiazione, di non sapere chi ha conquistato la famigerata medaglia di legno, riservata al quarto posto, figuriamoci chi è stato eliminato nelle batterie. Permetteteci, questa privacy ci ha davvero stancato.

Tutti abbiamo diritto ad una vita privata, ma il troppo stroppia. Lo diciamo perché vivendo nell’era dei social, tutti ci facciamo i fatti degli altri e in questo caso, nessuno si sogna di lamentarsi. Restituiteci i tabelloni e un po’ di quel tempo perduto. Magari anche la scuola ritornerà ad essere giusta e trasparente.

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