Castagnole delle Lanze: sfruttavano immigrati nelle vigne, due condanne

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Imputata era una coppia di origini macedoni da 20 anni in Italia, le vittime un gruppetto di africani
Il coraggio di uno dei braccianti, riuscito a sottrarsi al controllo presentandosi in caserma a denunciare, ha portato prima all’arresto e nei giorni scorsi alla condanna di due sfruttatori sulle colline dei grandi vini piemontesi. Si tratta di Jonghe Bozinov, 42 anni, e della moglie Zorica Bozinova di 37. Macedoni in Italia ormai da 20 anni, erano titolari lei legalmente e lui di fatto di una cooperativa di intermediazione del lavoro agricolo. Offrivano stagionali per le operazioni in vigna tra Langhe e Astigiano. In questo caso tutti immigrati dall’Africa sub-sahariana alloggiati a Castagnole delle Lanze in locali definiti fatiscenti al limite dell’insalubre da Carabinieri e Guardia di Finanza, che nel marzo scorso conclusero, con i provvedimenti restrittivi di cui sopra, un’indagine partita nell’estate 2021. Costantemente accompagnati dagli stessi titolari, i malcapitati erano costretti a turni anche di 10 ore di seguito, senza riposi e non potevano allontanarsi in autonomia. Avrebbero inoltre patito minacce e conseguenze fisiche quando qualcuno ha provato a reagire, a protestare.
La condanna, a lui imputato anche di maltrattamenti  2 anni, a lei 1 anno, è stata patteggiata dopo un primo tentativo respinto dal Gip, il giudice delle indagini preliminari che ha preteso la formalizzazione di un risarcimento di 500 euro ciascuna a 5 vittime. Queste erano sostanzialmente ricattate, siccome per restare nel nostro Paese necessitavano del permesso di soggiorno collegato a quel contratto di lavoro solo formalmente regolare. In realtà erano biecamente sfruttate, venivano loro conteggiate meno di 8 ore e non tutti i giorni della settimana applicando inoltre trattenute arbitrarie, a favore dell’organizzazione, di 1 o 2 euro l’ora.

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