Casa di Riposo: si valuta la trasformazione in un centro multiservizi per i Guarenesi

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Il sindaco Simone Manzone

GUARENE – Un paio di settimane fa abbiamo accolto l’intervento del gruppo di minoranza guarenese, sul tema della Casa di Riposo ed oggi arrivano le precisazioni del sindaco Simone Manzone e del consigliere delegato nel Cda della Fondazione Ss Carlo e Francesco, Andrea Castello. «Intanto – dichiara Manzone – vorrei subito dire che sono assolutamente disponibile alla convocazione di un incontro pubblico sul tema casa di riposo. Anzi, vorrei ricordare, che già in sede di Consiglio comunale, fui proprio io a lanciare l’idea, presentando addirittura una proposta di data.

 

Quindi nel giro di qualche settimana ci sarà l’assemblea per spiegare idee e prospettive per una struttura, che per rispettare il lascito dell’avvocato coomendator Secondo Paoletti, dovrà essere al servizio della popolazione». Ma cosa succede davvero a Guarene? Perché il Cda ha chiuso la struttura «Sin dallo scorso dicembre è stato deciso di sospendere l’attività, in quanto la situazione non era economicamente sostenibile – spiega Andrea Castello -. Da tre anni ormai la Fondazione Ss. Carlo e Francesco chiude i bilanci in passivo e pertanto già dallo scorso ottobre, quando sono entrato nel Cda, ci si è interrogati su possibili soluzioni. Nella scorsa estate è stato avviato l’iter per la scissione, che fa parte della procedura, ma al momento questo piano è ancora in fase di elaborazione e deve trovare un punto di equilibrio tra il pubblico e il privato». A parte resta il discorso dell’inagibilità dei locali: «Gli immobili non sono di proprietà comunali e pertanto non possiamo assolutamente intervenire su quella struttura – puntualizza Manzone -. Dopo le importanti precipitazioni degli scorsi mesi sono emerse problematiche ed è arrivata la relazione dei tecnici, con cui si ribadisce la necessità di intervenire con le manutenzioni. Su questo argomento mi sono limitato a prenderne atto». A questo punto cosa succederà? «Inutile negarlo – conclude Castello – il Comune di Guarene con un solo rappresentante politico, più un delegato della parrocchia è in minoranza in seno al Cda e pertanto si può limitare a fare delle proposte sui possibili indirizzi. Dato per scontato che non è più possibile pensare ad una struttura residenziale, si tratta di programmare quei possibili servizi che un Comune può erogare a sostegno della popolazione. L’ospedale di Verduno è lontano e pensare di creare un centro che va incontro alle esigenze dei Guarenesi, in tema di visite, di prelievi, di ritiro referti, di sostegno alla residenzialità mi pare un’ottima idea. Il ricovero in strutture deve essere l’ultimo passo, quando sarà effettivamente indispensabile». «Certo – aggiunge ancora Manzone – ci piacerebbe che tutto il Cda fosse espressione guarenese, ma noi siamo aperti al territorio e soprattutto qualsiasi passo dovrà essere fatto di concerto con l’Asl e il Consorzio Socio Assistenziale».

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