
Rischia di crollare la cappella di S. Maria del Castello, che sorge nella via omonima, alle pendici del Monte Guglielmo, non distante da S. Chiara? A lanciare l’allarme è il presidente della sezione di Italia Nostra, Angelo Mallamaci: «Ci sono stato con un architetto pratico di restauri, il quale si è detto molto preoccupato per le condizioni dell’edificio, assai peggiorate negli ultimi tempi. Alla franosità della collina e alla mancanza di manutenzione si sono aggiunti gli effetti di disboscamenti e sbancamenti, per cui la cappella potrebbe collassare, o almeno perdere pezzi importanti».
Il più prezioso, un bassorilievo in marmo policromo raffigurante la Madonna con il Bambino, può considerarsi al sicuro, essendo stato trasferito da anni – dopo un accurato restauro – in una chiesa cittadina officiata e munita di sistema di allarme. Ma, anche se spogliata per necessaria e opportuna cautela di opere d’arte e arredi, la cappelletta ha un suo valore e un suo fascino. Fu costruita probabilmente in ricordo della chiesa, con la stessa dedica – Santa Maria, cui era intitolato anche il quartiere –, che sorgeva all’interno del castello feudale dei De Brayda, poi trasformato in convento, cascina e infine abitazione privata.
Fino a 15-20 anni fa i fedeli vi si raccoglievano almeno in occasione di alcune feste mariane; poi come luogo di culto è stata del tutto abbandonata, ma continua a costituire una piacevole tappa delle passeggiate verso la Zizzola. E il bassorilievo che ospitava è stato inserito dal Comitato per il restauro della cappella del Rosario in un “percorso devozionale” comprendente 22 soggetti dell’iconografia religiosa tra XVI e XX secolo.