Campo nomadi, questione aperta. Il sindaco: «Abbattimento? Prima ci sono 200 persone da sistemare»

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La questione “Campo nomadi” torna d’attualità questa settimana quando è prevista la ripresa degli incontri del sindaco Carlo Bo con le famiglie dei residenti nel campo “Pinot Gallizio”. «Come è stato detto durante il Consiglio comunale del 30 luglio – spiega il primo cittadino albese – quella del campo nomadi resta una questione non risolta. Per essere precisi è irrisolta dal 1956 nonostante l’impegno delle Amministrazioni e dei sindaci che hanno governato la città. Mercoledì riprenderò quindi gli incontri con le famiglie che vivono nel campo avendo preso atto che, in assemblea, è molto più difficile confrontarsi in modo efficace». Teme di più il confronto politico o quello con le famiglie del campo? «Non è questa la chiave di lettura. Politicamente questa è una situazione da risolvere senza pregiudizi o posizioni preconcette: sanare una situazione di diffusa illegalità non può essere di destra, di sinistra o di centro. Dare seguito a sentenze divenute esecutive non è un passo soggetto a mediazione tra opposizione e maggioranza.

Se ne facciamo una questione di bandiera non andiamo da nessuna parte e non faremo un passo avanti. Anche perché se questa fosse una cosetta… non staremmo a parlarne da 65 anni. Non temo neppure il dialogo con le famiglie. Nel campo vivono attualmente 200 persone: solo i più anziani, i “padri fondatori” del campo sono molto legati allo status quo. Le nuove generazioni e le famiglie giovani hanno davvero voglia di affrancarsi dal campo per integrarsi nella nostra città».

Quali sono dunque gli ostacoli da superare? «Prima di tutto occorre recuperare il rapporto con la società che sei anni fa s’aggiudicò l’appalto per l’abbattimento delle costruzioni abusive. Poi bisogna aderire ai bandi, soprattutto delle fondazioni bancarie, per disporre di abitazioni dove ospitare chi lascerà il campo dove non avrà più una casa. Poi bisogna riqualificare un’area che da 60 anni è sostanzialmente “off limit” e non si può certo creare nuova legalità senza avere sanato tutta la illegalità storicamente sedimentata nel campo Gallizio. E ricordo a beneficio di chi volesse pensare a soluzioni alternative che un intervento d’imperio, “manu militari”, è più che impensabile». Sindaco Bo, cosa diremo tra un anno? «Non sono in grado di dirlo oggi. So solo che le nostre coordinate sono legalità e integrazione e che non ci sono scorciatoie praticabili. Il progetto è quello di riqualificare la zona anche con l’allestimento di alcune piazzole attrezzate per case mobili da mettere a disposizione a tempo determinato. Mercoledì si ricomincia: dopo due confinamenti e con le incognite autunnali. Se qualcuno crede che tutto questo sia facile o ha idee migliori… è il momento di farsi avanti».

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