Bruna Sibille: le mie idee per Verduno e per la sanità braidese

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Dunque è divenuta una certezza: l’ospedale di Verduno, intitolato a Michele e Pietro Ferrero, sarà pienamente operativo da DOMENICA 19 LUGLIO. I pazienti saranno trasferiti da Alba il giorno precedente, e alle ore 8 sarà attivato il nuovo PRONTO SOCCORSO.  Nel cuore di tanta gente come la sottoscritta, che per anni si è battuta perché quest’opera vedesse finalmente la luce (dopo molti errori e una continua crescita della spesa), affrontando il dileggio (spesso fondato) di quasi tutto il “popolo di Facebook”, si mescolano una immensa soddisfazione e un grosso timore.

Il timore è quello che ci vorrà tanto tempo per rimarginare le ferite che ha patito la nostra Bra in questi anni, con il progressivo depauperamento del Santo Spirito, culminato il 20 marzo con la sua chiusura e quella del Pronto Soccorso. Sono stati QUATTRO MESI (non poche settimane!) molto complicati e dolorosi, in cui tanta gente (anche per un’insufficiente conoscenza di come funzionano i servizi sanitari) si è sentita abbandonata a se stessa.

Ora le cose possono e devono cambiare. Il Pronto Soccorso di Verduno, collegato ad un DEA di avanguardia che a Bra non era nemmeno pensabile, dista 9 chilometri, una distanza normale per la maggioranza dei cittadini italiani. Il mito che sia “irraggiungibile” è infondato, come sempre più cittadini  stanno già provando di persona, anche se molto resta da fare per rendere più veloce e sicura la strada d’accesso. Un bus permette di raggiungerlo dal Movicentro con cadenza oraria.

I cittadini iniziano anche a toccare con mano che a Verduno non si andrà con la stessa frequenza con cui si andava al Santo Spirito. La quantità di servizi di base, la cosiddetta ‘Medicina territoriale’, che rimangono immutati al Santo Spirito, la cui parte storica diverrà progressivamente (ma è già operativa in questo senso) la nostra Casa della Salute, sono tali da poter dire che Verduno non sarà un “consumo quotidiano” ma un’occasione magari spiacevole ma non ordinaria. Tenendo sempre presente che, in caso di grave pericolo per la salute, occorrerà rivolgersi al 112, le cui ambulanze (anche medicalizzate) sono posizionate presso il Santo Spirito.

Siamo quindi arrivati? Al contrario, siamo appena ai nastri di partenza. Ci sarà un periodo di rodaggio, con inevitabili malfunzionamenti per i quali occorrerà avere ancora un po’ di pazienza: ringraziando fin d’ora tutti gli operatori che stanno affrontando anche il pesante onere del trasloco e del nuovo contesto. Ma progressivamente toccheremo con mano i benefici di una struttura nuova e piena della più avanzata tecnologia, governata però dalle stesse mani del personale che abbiamo imparato ad apprezzare a Bra e ad Alba. Ma anche spazi luminosi e comfort impossibili in una struttura vecchia di secoli. Faccio solo due esempi: l’Emodinamica (Cardiologia) 24 ore / 7 giorni, mai stata presente nella nostra ASL. La Radioterapia, per la quale non ci saranno più le lunghe ‘tradotte’ quotidiane fino a Cuneo o Asti. Un grazie di cuore alla Fondazione per il Nuovo Ospedale, che tanto ha contribuito al risultato raggiunto, non solo finanziariamente ma anche sostenendo sul territorio un progetto  a cui pochi continuavano a credere.

Rivolgo un invito, in particolare a tutti coloro che in questi mesi si sono battuti con comprensibile ostinazione per un impossibile ritorno all’indietro. Continuiamo a batterci per una sanità sempre migliore, a cui abbiamo diritto come cittadini, ma con gli obiettivi giusti e praticabili. Un ospedale con prestazioni di alto livello, accogliente e più facilmente raggiungibile. Una Casa della Salute al Santo Spirito sempre più dotata di servizi, anche quelli per le piccole ‘emergenze’ che riscontriamo nel quotidiano.

 

Bruna Sibille

 

 

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