BRA – Un ricordo di suor Lorenzina: la mia prima maestra all’asilo di S. Giovanni

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Quest’anno il 25 aprile lo voglio dedicare a una religiosa: suor Lorenzina dell’asilo di San Giovanni dell’omonima parrocchia di Bra, a cui era collegato con un’entrata indipendente dalla parte destra della chiesa: in via Vittore Testa.

Da poco tempo, tramite la stampa locale ho scoperto che suor Lorenzina era proveniente da La Morra chiamandosi al secolo Anna Maria Oberto. E’ stata una donna coraggiosa e molto determinata avendo contribuito alla salvezza di ebrei nel periodo più nefasto della nostra storia, dando loro ospitalità e conforto nell’asilo stesso e presso la cascina del fratello Luigi.

Io l’ho conosciuta quando avevo neanche due anni avendo frequentato l’asilo dall’età di appena 18 mesi ed ero l’unico, e probabilmente lo sono stato anche dopo. A questo riguardo non ho mai chiesto né mai mi è stato fatto un’accenno di qualche motivo particolare appartenendo a una famiglia normalissima, con un fratello maggiore che frequentava normalmente la scuola. In quell’ambiente giornaliero mi trovavo benissimo.La sera, dopo il lavoro, mia mamma veniva a prendermi e se per caso tardava le suore, dovendo rispettare degli orari comuni, mi portavano con loro in chiesa per la benedizione riportandomi in caso di ulteriore ritardo all’asilo, dove venivo poi recuperato. Non  esistevano i cellulari  quindi era  impossibile comunicare con immediatezza anche in caso urgente. Non credo ci siano mai stati problemi, tanto è vero che suor Lorenzina, essendo una maestra, propose ai miei genitori di anticipare l’età scolastica a 5 anni. Era una proposta più che lecita essendo l’asilo anche scuola privata del 1° ciclo, prorogando così la mia permanenza in un ambiente ormai ben noto, dove nacque poi un aneddoto.

Un giorno la maestra mi disse: Luigi vai un po’ fuori a vedere se per caso piove! Essendo l’aula a pian terreno uscii tornando un momento dopo dicendo: non ho visto se piove perché le gocce mi impediscono di aprire gli occhi. E’ stata una mia stupida asserzione che però suor Lorenzina aveva preso bonariamente e andava raccontando ai suoi interlocutori approvando col sorriso, che non mancava mai, una stupidata.

E’ stata la mia prima istitutrice, mi ha insegnato con molto amore con le consorelle in quanto ospite dell’asilo, come si deve comportare un cittadino, e come insegnante mi ha insegnato a leggere, a scrivere e l’Abc della cultura lasciandomi alla fine un ricordo personale costruito da Lei stessa: un cofanetto in vetro dipinto e tenuto insieme da nastri colorati. Dopo qualche anno sono andato all’asilo a cercarla ma mi fu detto semplicemente che era andata via e, non sapendo allora che era proveniente da una zona vicinissima, avevo pensato che avesse cambiato sede. Ma la dimostrazione che ero sempre rimasto nei pensieri di queste suore l’ho avuta quando nel 1967 sono andato per iscrivere mia figlia all’asilo: quando mi sono presentato ho incontrato subito la cuoca, che avevo rivisto una sola volta in tutti questi anni, che mi accolse rivolta alle consorelle: «Venite! Venite! è arrivato Luigi!» – come se fossi stato assente per pochi giorni.

La mia storia è proseguita poi alle Maschili di via Vittorio, allora ben separate dalle Femminili. La gioventù scolastica era regolata in formazioni a carattere paramilitare sia maschile sia femminile essendo così i maschi “figlio della lupa” per le classi 1ª e 2ª e poi “ balilla” per le classi successive.Dovevano essere forniti di speciali divise da indossare in particolari occasioni. In una di queste occasioni di un giorno scolastico della classe terza, che per me non corrispondeva all’età giusta,  mi presentai con la divisa di “figlio della lupa”. La maestra preso un foglio mi mandò dalla direttrice che mi chiese perché avessi quella divisa. Spiegato il motivo  ebbi  i complimenti e  le congratulazioni non solo della direttrice e della sua amica Varini che in quel momento aveva in visita, collocandomi così, sebbene involontariamente e in modo infinitesimale, nella storia di Bra.

Grazie suor Lorenzina per essere stata presente nella mia vita e per il cofanetto che conservo gelosamente. Forse ti farà piacere sapere che Luigi, il vecchio alunno, in questi giorni compirà 85 anni e tra poco festeggerà i 60 di matrimonio con i tre figli e sei nipoti.

Luigi Cravero

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