BRA – Quel palazzone non s’ha da fare: vìola una norma inderogabile statale

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Troppo alto, con una monetizzazione irregolare degli standard urbanistici, di una tipologia architettonica incoerente con i fabbricati preesistenti. Così è, secondo la sezione braidese d’Italia Nostra, il “palazzone” che dovrebbe sorgere all’angolo tra via Fratelli Carando e via Vittorio Emanuele, in base a un piano di recupero sul quale, in cinque dettagliate pagine, abbiamo presentato precise osservazioni.

Italia Nostra rileva, innanzitutto, che l’organo tecnico comunale ha «inspiegabilmente rigettato, senza addurre alcuna motivazione» le critiche rivolte al progetto in sede di verifica di assoggettabilità alla Vas (Valutazione ambientale strategica). In particolare, l’ufficio Pianificazione della Provincia di Cuneo aveva evidenziato, oltre al forte impatto visivo, un contrasto con il tessuto storico originario, suggerendo di ricondurre il progetto a una tipologia più consona al contesto. Anche l’Arpa Piemonte aveva raccomandato, data la vicinanza al Centro Storico, di valutare con attenzione l’altezza dell’edificio, di fatto considerandola spropositata. Italia Nostra ha poi osservato che applicare una monetizzazione totale agli standard urbanistici viola la norma introdotta d’ufficio dalla Regione nel Piano regolatore generale, che la limita a 100 metri quadrati «alla luce della carenza di parcheggi pubblici di cui notoriamente la città soffre». «Questo – aggiunge l’Associazione – non considerando che la zona risulta, già ora, uno dei nodi viari più trafficati e inquinati del Piemonte», con circa 20.000 veicoli in transito giornaliero, di cui oltre 3.000 pesanti, su cui gravitano scuole (il Liceo “Giolitti-Gandino” con oltre 700 studenti iscritti e circa 130 dipendenti tra insegnanti e non docenti e l’Asilo S. Antonino con oltre un centinaio di bambini e una ventina di dipendenti), la casa di riposo dell’Istituto Cottolengo (con oltre un centinaio di ospiti anziani autosufficienti e non e relativo personale) e «una farmacia – che serve una parte del centro storico e tutta la Bra che si sviluppa sull’asse di via Cuneo verso Roreto e discesa degli Orti verso Alba, spesso occasione di auto in sosta pericolosa se non in doppia fila», tutte strutture già ora prive di adeguati parcheggi pubblici e privati.

Riprendendo precedenti dichiarazioni Italia Nostra ribadisce che in una delle zone adiacenti al centro storico tra le più cementificate, trafficate e inquinate di Bra, con pochissimi parcheggi e niente verde pubblico il Comune “monetizza”, cioè di fatto (s)vende ai privati — come “eccezione” a una normativa che ne prevede al massimo circa 100! – ben 790 metri quadrati di verde e parcheggi pubblici, cioè “beni comuni”, in cambio di un palazzone privato di cemento di 5 piani e 20 metri d’altezza! Una scelta che sicuramente non aiuta a migliorare la qualità dell’aria e della vita in quella zona e che, inoltre, tradisce l’impegno di questa Amministrazione al momento dell’approvazione del nuovo Piano regolatore generale di rispettare il centro storico con un’area di corona coerente allo stesso dal punto di vista urbanistico.

Il principale elemento di contestazione riguarda infine le distanze tra il costruendo fabbricato che, finito, raggiungerà con i suoi cinque piani abitabili (più 1 “tecnico” e 1 sotterraneo per garages e cantine) i 20 metri d’altezza e quelli esistenti adiacenti e di fronte di 2/3 piani. Italia Nostra ritiene che il progetto violi la norma statale, inderogabile, per la quale le distanze non possono essere inferiori all’altezza dell’edificio più alto.

La Sezione di Bra e del Braidese

d’Italia Nostra

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