Bra: partecipato il flash mob per la riapertura delle scuole

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BRA Si è svolto il flash mob di protesta contro la dad al 100%, come annunciato poco fa davanti al municipio di Bra. I manifestanti tramite una loro delegazione hanno poi interloquito con il sindaco Gianni Fogliato, sceso in piazza per accogliere la lettera che era stata predisposta e a lui rivolta con le ragioni di questo gesto.

Il testo:

Gentile Sindaco Fogliato,

siamo un gruppo di genitori, insegnanti, studenti e cittadini che oggi ha deciso di trovarsi davanti al Comune per chiederle un sostegno. Sappiamo quanto lei abbia come noi a cuore l’istruzione dei bambini e dei ragazzi. Proprio per questo le chiediamo di aiutarci a far arrivare le nostre motivazioni al presidente della Regione per dimostrare il forte disagio che la chiusura della scuola comporta per le famiglie e per la società.

Un anno fa, quando hanno chiuso le scuole i genitori si sono fatti in quattro, si sono  trasformati in insegnanti a scapito dei figli, facendo salti mortali sul lavoro e affrontando una situazione mai vista prima. Gli insegnanti si sono trovati catapultati in una realtà virtuale perdendo il contatto con i propri alunni, fondamento su cui si basava tutta la loro attività. A un anno di distanza non troviamo corretto ritornare nella stessa situazione, soprattutto a fronte di altre Nazioni europee che hanno adottato misure diverse salvaguardando il diritto all’istruzione.

Quindi chiediamo di riaprire le scuole perché:

  • l’istruzione è un diritto fondamentale e noi adulti abbiamo il dovere di farlo rispettare
  • la didattica a distanza non può essere considerata istruzione, in particolare per la fascia di età tra  3 e  12 anni
  • La scuola si è dimostrata un posto sicuro, insegnanti e studenti hanno rispettato scrupolosamente tutte le regole previste. Abbiamo visto nei nostri bambini una crescita incredibile, si sono dimostrati maturi e pronti a tutti i sacrifici richiesti
  • La socializzazione e l’apprendimento passano attraverso la presenza, non possiamo trasmettere conoscenze solo attraverso lo schermo di un computer.
  • La chiusura delle scuole ha creato danni psicologici gravissimi su bambini e ragazzi. Ci stiamo abituando a vedere bambini nervosi, con crisi di pianto improvvise e immotivate, ragazzi sempre più immobili, sprofondati sui divani a comunicare con il mondo solo attraverso cellulare e play station. Questo non deve essere accettato.
  • La produttività lavorativa non può essere il nostro unico pensiero, se rimangono aperti gli esercizi commerciali vogliamo vedere aperte anche le scuole. I nostri bambini non producono denaro ma producono una cosa molto più importante: il nostro futuro.
  • La gestione pratica della presenza a casa degli studenti grava notevolmente sulle famiglie, al momento non abbiamo aiuti da parte del governo, rischiamo di dover ricadere sui nonni rendendoli baby-sitter. Loro sono i più colpiti dalla pandemia, invece di proteggerli li esponiamo a rischi maggiori.

Oggi è il giorno della festa della donna. Nuovamente le donne si trovano di fronte alla scelta tra essere madri o lavoratrici. Alcune donne scelgono di lasciare il lavoro per seguire i figli e molte di più in questi mesi il lavoro l’hanno perso perché rappresentano l’anello più fragile della catena. Dobbiamo proteggere le fasce più deboli della società e non ricadere su di loro.

La ringraziamo per il suo ascolto, abbiamo rispettato un minuto di silenzio sollevando i quaderni dei nostri bambini e cartelli con le sbarre per dimostrare come si sentono gli studenti in questo momento: imprigionati da persone che invece dovrebbero proteggerli.

Riconoscenti per quanto riuscirà a trasmettere il nostro messaggio, la salutiamo cordialmente.

Fogliato ha espresso comprensione e solidarietà per le difficoltà in primo luogo delle famiglie, ma anche degli insegnanti, dei dirigenti e di tutto il personale della Pubblica Istruzione. Ha ricordato che la decisione di chiudere tutti i gradi di scuola, è stata presa dalla Regione e sulla base del Dpcm del premier Mario Draghi. Ha ringraziato per la correttezza con cui si è svolto il flash mob e ribadito la disponibilità dell’Amministrazione comunale all’ascolto e a tutti gli interventi possibili, dal canto suo, per cercare quantomeno di migliorare una situazione per cui non ha responsabilità.

Intanto, questa mattina – è stato segnalato al “Corriere” – in almeno un plesso del Braidese i professori hanno dovuto fare didattica a distanza utilizzando i loro smartphone: la rete della scuola non reggeva un ammortare così alto di collegamenti.

Tanti problemi anche nelle case, non tutte, anzi in certe sono la maggior parte, dispongono di linee internet con capienza sufficiente. Per tacere del fatto che molte famiglie, già magari in difficoltà per la cassa integrazione e la mancanza di lavoro, hanno dovuto acquistare computer per far fronte alla nuova emergenza. E trovarsi con due o magari tre bambini in un alloggio a fare contemporaneamente didattica a distanza, è un’esperienza da non augurare a un nemico.

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