Bra: delitto Hysaj, si alleggerisce la posizione di un accusato?

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Il magazzino accanto al circolo ricreativo “L’Arcobaleno” di via 24 Aprile a Bra: qui sarebbe stato ucciso Avenir Hysaj, il muratore 34enne di origini albanesi scomparso il 21 febbraio 2021 e ritrovato cadavere in fondo a un burrone a Mormorè di Pocapaglia il 19 marzo successivo. Della probabile scena del crimine si è parlato ieri in Tribunale ad Asti al processo contro i due accusati del delitto: Nicholas Luppino, 37 anni, e Daniele Savoia, 24.
La Corte d’Assise presieduta dal giudice Alberto Giannone ha ascoltato la specialista del Ris dei Carabinieri che il 6 luglio 2021 ispezionò i locali sotto sequestro già gestiti dalla famiglia Luppino, calabresi trapiantati in provincia di Cuneo, diversi parenti pregiudicati, di recente ancora sotto processo per droga e ’ndrangheta. Hysaj, marginalmente coinvolto anche lui nell’operazione della Dda che nell’estate del 2020 aveva rivelato il radicarsi di questa malavita organizzata sotto la Zizzola, potrebbe aver pagato con la vita uno sgarro nell’ambito del traffico di stupefacenti. E l’esecuzione, con tre colpi di pistola, sarebbe avvenuta nel magazzino. Qui sono state repertate tracce ematiche sul pavimento e su una calzatura probabilmente abbandonata dal o dagli assassini. Lo stesso o gli stessi che avrebbero dato fuoco ad abiti anch’essi sporchi di sangue, un polsino e un altro pezzetto di tessuto bruciato sono stati repertati insieme a un bossolo e a una cartuccia inesplosa. Calibro 6,35, quello dei proiettili che il medico legale estrasse poi dal corpo del muratore.
Il sangue si rivelò al Dna essere di Hysaj. L’esame di laboratorio ha ricondotto al Savoia due dei cinque mozziconi di sigaretta recuperati in quel vano. Altri tre sarebbero stati in contatto, invece, con le labbra di un soggetto ignoto. Non Nicholas Luppino a cui gli inquirenti con uno stratagemma, offrendogli un caffè in un bicchierino di plastica, avevano prelevato il profilo genetico. Lo ha sottolineato di fronte alla Corte l’avvocato difensore Renato Cravero. Si capirà nelle prossime udienze se questo particolare possa modificare a suo favore la posizione dell’imputato, verso il quale un’altra testimone, l’ex fidanzata di Hysaj, in aula ripresa dal magistrato ha urlato: «Assassino!».

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