BRA/1 – Anche attori al Centro Cocoon degli anziani di Bescurone

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Tra la miriade di attività, che Mary Maritan e i suoi collaboratori propongono regolarmente ogni settimana ai frequentatori del Centro incontro del Quartiere Bescurone, si è inserita domenica 15 aprile u.s. l’occasione per tutti noi di calcare la scena di un atipico palcoscenico nei locali dell’oratorio della Parrocchia Sant’Andrea di Bra: e si è trattato di una bellissima esperienza.

E’ successo così che in una ventina abbiamo preso posto in una simulata sala ospiti di una ipotetica casa di riposo e, seduti in ordine e ben allineati su due file di sedie, abbiamo seguito le istruzione fornite dai due registi, Giacomo Piumatti e Simone Durando, per contribuire alla realizzazione di una parte di uno spettacolo di cui i registi ci hanno illustrato sinteticamente la trama.

Il protagonista della vicenda è Ernesto Galante il quale ha deciso di liberarsi dalla vita restrittiva e riduttiva che le case di riposo spesso impongono a tutti i loro ospiti, per rimpossessarsi della propria voglia di fare e di partecipare alla vita politica del proprio paese, candidandosi alle elezioni politiche.

La registrazione è durata alcune ore tra riprese e momenti di pausa e le brevi scene sono state da noi comparse interpretate e ripetute più volte, perché i due registi sono chiaramente persone molto scrupolose ed esigenti.

Durante la registrazione televisiva noi comparse ci si muoveva e ci si comportava come di volta in volta ci veniva suggerito. All’inizio eravamo un po’ tutti impacciati, ma dopo un po’ ci siamo resi conto del senso di ciò che facevamo e abbiamo cominciato a partecipare in modo più attivo alla realizzazione del cortometraggio dal titolo probabile “Mi candido”. Abbiamo ascoltato con interesse il candidato politico, interpretato dall’attore Simone Durando, ottimamente supportato dall’attrice Stefania Giubergia nel ruolo della figlia, abbiamo commentato con gesti e applausi le sue parole, abbiamo vissuto il suo sgomento e le sue reazioni violente ai tentativi di ridurlo all’obbedienza da parte di chi dirigeva e gestiva l’ipotetica casa di riposo.

Così facendo ci siamo calati sempre più nel pathos del racconto giungendo a una esplosione finale di applausi per Ernesto Galante che, mentre prima, disorientato e incollerito dalle reazioni negative del personale della struttura e dello stesso direttore, stava dando in escandescenze, poco dopo, di fronte agli applausi dei presenti, si era rasserenato e si era trasformato in un uomo sicuro di sé, sorridente e dallo sguardo bellissimo e penetrante.

Allora io, istintivamente, disobbedendo alle indicazioni ricevute dai registi, mi sono alzato in piedi per portarmi verso di lui e per stringergli calorosamente la mano.

Durante il piccolo rinfresco che è seguito alle registrazioni, eravamo tutti eccitati e abbiamo condiviso le impressioni riportate dalla bella esperienza teatrale, consapevoli di essere stati, per un breve lasso di tempo, nel nostro piccolo, anche noi degli attori.

Quando poco più tardi noi comparse ci disperdevamo per le vie di Bra per tornarcene ognuno a casa propria, eravamo felici per la bella esperienza vissuta.E ora non ci rimane di attendere con pazienza di assistere, appena possibile, alla proiezione del cortometraggio.

Concludendo vogliamo porgere ai registi, agli attori e a tutta la truppe cinematografica i nostri complimenti e ringraziamenti.

“Alla prossima!” (non si sa mai).

Filippo Franciosi

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