Beni e denaro sequestrati dalla Questura a famiglia Sinti di Villafalletto

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Sono durate circa un anno le indagini effettuate dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Cuneo nei confronti di una famiglia di etnia Sinti residente a Villafalletto: l’attività ha portato al sequestro di numerosi beni intestati alla famiglia stessa.
L’attività investigativa si è conclusa con l’emissione del decreto di sequestro preventivo dei beni, emanato a carico di una persona (D.S.), e relativo provvedimento di applicazione della sorveglianza speciale per un’altra (P.S.). Nella proposta del Questore di Cuneo Nicola Parisi è stata evidenziata l’appartenenza del soggetto ad una delle categorie previste dal Decreto Legislativo 159/2011 (Legge Antimafia) ritenendolo socialmente pericoloso ed attualmente pericoloso.
D.S., in concorso con altre persone, era specializzato nella commissione di furti e rapine in abitazioni: ha iniziato la sua “carriera” criminale da minorenne per proseguire nel tempo con una serie di reati sempre più gravi, dal furto al furto aggravato sino ad arrivare alle rapine.
Lo stesso è stato, già nel 2004, colpito da provvedimento del Questore, l’Avviso Orale, ma ciò non è servito per farlo desistere dall’attività criminale, tant’è che nel tempo è stato sottoposto a due misure di sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza. Nel corso del tempo, l’uomo ha accumulato un ingente patrimonio frutto della sua attività criminale, infatti né lui né il suo nucleo familiare non risultano aver mai percepito un reddito da lavoro o di altro tipo.
Si legge nel comunicato diffuso dalla Questura: “Attraverso gli strumenti offerti dalla Legge Antimafia il Questore di Cuneo, nella proposta, ha evidenziato nell’analisi della posizione patrimoniale del proposto e dei suoi familiari una netta sproporzione tra il valore dei beni ed i redditi dichiarati attraverso una ricostruzione storica della situazione esistente al momento dei singoli acquisiti”.
La Legge Antimafia consente, inoltre, di aggredire i patrimoni dei prossimi congiunti quando risulta chiaro che la fonte del denaro proviene dal proposto ed è quest’ultimo l’effettivo titolare dei patrimoni: la cosiddetta disponibilità indiretta. Il decreto del Tribunale Ordinario di Torino Sezione Misure di Prevenzione ha permesso di porre sotto sequestro finalizzato alla confisca i seguenti beni: due autovetture; due immobili per un totale di cinque alloggi ubicati nel centro di Villafalletto; 23 conti correnti per un totale di oltre 70 mila euro; una cassetta di sicurezza contenente contanti e svariati monili in oro; una pizzeria nel Comune di Cervasca su tre piani con capienza oltre 200 persone, in questa struttura sono presenti inoltre due forni, uno per piano, e due cucine professionali praticamente nuove.

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