Barolo: è tempo di analisi e nuove strategie

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Tanti gli spunti di riflessione emersi dall’incontro di venerdì 12 luglio nella sede del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani rivolto non solo agli associati ma a tutti i produttori e operatori del settore.

Dopo i saluti e l’introduzione del presidente Matteo Ascheri, si è passati direttamente all’analisi della situazione produttiva e di mercato attuale, con una presentazione dei numeri relativi alla produzione, alla vendita e agli stoccaggi del Barolo. In particolare, è emerso il fatto che gli stoccaggi stanno cominciando a diventare significativi.

Pur non ritrovandosi di fronte ad una situazione critica, è bene considerare questo aspetto nel definire nuove strategie. C’è la necessità di svolgere azioni per contrastare la situazione oppure lasciare che il mercato si regoli da solo? La risposta da parte del Consorzio, è il blocco degli impianti per i prossimi tre anni e l’incremento della promozione del prodotto all’estero, con la pianificazione di due importanti azioni: una serie di attività a New York che raggiungerà il culmine con un evento a febbraio 2020, e la futura promozione in Cina, col fine di aumentare la domanda sul mercato internazionale.

<<E’ positivo il fatto che si stia affrontando la questione – afferma Claudio Conterno, presidente Cia Cuneo e produttore di Barolo – com’è positivo il fatto che tra i presenti nessuno abbia protestato di fronte alla contribuzione Erga Omnes, che appoggio pienamente. Tuttavia, su un tema così importante, – prosegue Conterno – mi aspettavo maggiore partecipazione da parte delle aziende, della consulta e del consiglio>>.

Dall’apertura dei bandi nel 2012 Cia Cuneo chiede prudenza sull’aumento della superficie del Barolo e per questo condivide la scelta della consulta di chiudere i bandi per gli impianti di nuovi vitigni di Nebbiolo da Barolo. E’ inoltre fondamentale non sottovalutare l’importanza di una comunicazione efficace e strutturata. Allo stesso tempo è necessario considerare l’idea di portare l’imbottigliamento solo in Piemonte e di ridurre la produzione della menzione, che al momento ha la stessa quantità di produzione del Barolo “normale”. E’ arrivato il momento di stabilire dei nuovi equilibri di produzione in modo tale da dare importanza alla menzione stessa.

<<Dato che la maggior parte degli stoccaggi di Barolo sono nello sfuso che viene poi imbottigliato e destinato alle grandi catene di distribuzione – conclude Conterno – l’impressione è che non ci sia in questo caso una certa “affezione” da parte del cliente finale, che acquista una bottiglia di vino senza dare troppo peso alla sua provenienza. Serve una strategia su più fronti. E non ultimo sarebbe bene anche parlare di vigna e di trattamenti fitosanitari che sicuramente devono andare in una direzione meno impattante, cercando di portare il territorio al centro del pensiero del consumatore che viene in Langa>>.

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