Banda Ultra Larga, entro 2022 attiva in 2/3 comuni “area bianca”

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A che punto è il Piemonte rispetto al piano strategico Bul (banda ultra larga) e alla digitalizzazione dei territori con particolare attenzione a quelli più interni e disagiati? Questo il tema al centro della richiesta di informativa che il consigliere Pd Alberto Avetta ha rivolto all’assessore all’Innovazione Matteo Marnati, nella seduta odierna della seconda Commissione, presieduta dal consigliere Mauro Fava.

“La Regione su Bul, ha un doppio ruolo – ha esordito l’assessore Marnati -cofinanzia l’intervento attraverso i fondi europei e monitora l’andamento del piano. L’avanzamento progettuale e l’apertura cantieri, nonché le fasi successive di posa della fibra e relativo collaudo sono a carico di  Open Fiber,la società che ha vinto la gara d’appalto lanciata dal Ministero dello Sviluppo economico attraverso Infratel. Quest’ultimo anno ha visto una grande accelerazione nei lavori: due terzi dei comuni in area bianca avranno, entro 2022, la fibra attiva. Nel dettaglio, sono 251 i comuni con collaudo certificato già pronti al collegamento, 59 i comuni che hanno ottenuto il collaudo per iscriversi, 400 cantieri chiusi in attesa di collaudo; 618 i comuni con progetto esecutivo approvato e lavori non ancora partiti. La Regione svolge inoltre funzione di monitoraggio attraverso la cabina di regia di cui fanno parte gli enti locali, la cui prossima riunione è convocata già per 15 marzo 2022. Nel corso del 2021 – ha concluso l’assessore -la Regione Piemonte ha inoltre promosso un bando rivolto agli enti locali per lamigrazione servizi pubblici ecloud, a cui per ora hanno risposto 330 comuni. Continueremo poi ad organizzare webinar per promuovere servizi e iniziative in collaborazione con Anci e Uncem”.

Il Piano Strategico Bul ha l’obiettivo di sviluppare una rete in bada ultralarga sull’intero territorio nazionale per creare un’infrastruttura pubblica di telecomunicazioni coerente con gli obiettividell’Agenzia Digitale Europea. Il sostegno complessivo ricevuto dall’UE è pari a euro 1.070.550.733,43.I fondi da cui invece attinge la Regione Piemonte per il cofinanziamento sono: il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale –  Agenda Digitale – circa 17,7 milioni di euro; Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale, circa 45,6 milioni di euro; Fondo Sviluppo e Coesione, circa 26,5 milioni di euro;  Fondi privati disponibili da Operatori Telecomunicazioni, circa 200 milioni di euro.

“Il piano Bul sconta annosi ritardi che, a oggi, in Piemonte non sono ancora stati completamente recuperati – ha sottolineato Avetta – Il tema è rilevante e attuale perché si arricchisce delle opportunità offerte dal Pnrr e in particolare dal piano “Italia a 1 giga”, approvato dal Comitato interministeriale lo scorso 27 luglio 2021, con l’obiettivo di realizzare infrastrutture in banda ultra larga che garantiscano la connettività ad almeno 1 Gigabit/s sull’intero territorio nazionale al 2026, anche nelle cosiddette “zone bianche” di cui il Piemonte è particolarmente ricco”. “Penso – ha concluso – che sarebbe utile, da parte della Giunta, un’azione più incisiva di coordinamento su tempistiche e correttezza dei lavori. Le caratteristiche del Piemonte ci consentono di essere più sperimentali di quanto lo siamo stati fino a oggi, poiché stiamo parlando di un’infrastruttura trasversale allo sviluppo sociale ed economico del Piemonte, penso ad esempio alla sanità territoriale”.

È intervenuto anche il consigliere Gianluca Gavazza (Lega) che ha ribadito come le azioni messe in campo in questi anni siano la prova di come si stia lavorando per essere meno “torinocentrici”possibile, per valorizzare invecele aree di provincia. Infine, il consigliere Angelo Dago (Lega) ha chiesto delucidazioni sulla difficoltà di molti Comuni a essere raggiunti dalla banda larga.

Sempre in seconda Commissione sono stati invece auditi i Comuni di Bra, Cavallermaggiore, Savigliano e Saluzzo, rispetto alla possibilità di ripristino delle tratte Cuneo-Saluzzo-Savigliano e Bra-Cavallermaggiore.  Efficienza e potenziamento dei servizi, riduzione dell’inquinamento su gomma e opportunità di investire in nuovi treni ad idrogeno. Questi i temi toccati dai rappresentanti dei comuni coinvolti, che vedono nella riattivazione delle due linee la possibilità di garantire miglior servizio agli studenti pendolari, alle vallate limitrofe spesso tagliate fuori dai collegamenti e la possibilità di dare nuovo input al turismo locale.

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