At-Cn: potrà completarsi in superficie, ma con prescrizioni a “mimetizzarla”

0
54
Un’immagine dell’autostrada che attende il suo destino nei pressi di Cherasco, dove dovrà raggiungere Verduno e quindi Alba

L’autostrada Asti-Cuneo si completerà in superficie, l’ipotesi tunnel non tornerà in auge anche se ancora non c’è il l’ok del Ministero dell’Ambiente già celebrato il 9 gennaio scorso dalla Regione Piemonte. E’ lo stato dell’arte della pratica che domani, lunedì 13 febbraio, tornerà in esame a Palazzo Chiablese, sede della Soprintendenza piemontese Archeologia Belle Arti e Paesaggio, organo periferico del Ministero della Cultura. Da questo si attendono una serie di prescrizioni al passaggio del nastro d’asfalto a ridosso della zona di rispetto di due siti Patrimonio dell’umanità, i Paesaggi vitivinicoli di Langa-Roero e Monferrato e le Residenze sabaude-ex tenuta Reale di Pollenzo.

In realtà, la procedura di Via (Valutazione d’impatto ambientale) non è ancora completata. Tra Cultura (Mic) e Mase (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), così come stabilisce il Codice dell’ambiente, andrà concertato l’esito. Da Roma avrebbero “rincarato la dose” delle richieste di mitigazione già contenute nella documentazione inviata da Torino e ancora non comparsa sul sito del MiC. Qui la procedura riguardante l’ultimo lotto della A33 tra Verduno e Cherasco risulta “in predisposizione provvedimento”. Il parere finale non spetterà singolarmente ai due Dicasteri, sarà unico e costituirà il Via emanato dall’Ambiente. 

La Soprintendenza nelle sue osservazioni utilizzate da larga parte della politica per farsi un po’ di pubblicità e additare alla burocrazia l’ennesimo intoppo ai cantieri, non avrebbe sollecitato un ritorno alla primigenia soluzione prevista per preservare il paesaggio. Quella di far correre alcuni chilometri di Asti-Cuneo dentro la collina, non sarà domani sul tavolo di confronto con i tecnici ministeriali e i rappresentanti della concessionaria. La Soprintendenza ribadirà tuttavia la necessità di una sorta di riduzione del danno. Riduzione rispetto alla quale la dirigenza centrale del MiC avrebbe a sua volta aggiunto indicazioni ancor più stringenti di quelle di Torino.

A questo punto la curiosità rimane capire quali accorgimenti potrebbero in effetti essere applicati per mascherare l’ennesimo sfregio. Finora, infatti, si è parlato di viadotti a quattro corsie alti fino a 12 metri in diretta interferenza con aree Unesco.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui