At-Cn: per il Ministero della Cultura il progetto per ultimarla non va bene

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Tra i “trend topic” del mese anche il completamento dell’A33 Asti-Cuneo e l’infinito dibattito sul progetto da realizzare e la questione pedaggi nel tratto che attraverserà la Città di Alba. Intanto si vocifera sulla possibile conclusione dei lavori di realizzazione della bretella Roddi-Verduno, ma con il senno di poi, oggi sappiamo che non è stato così.

E’ di pochi minuti fa la dichiarazione del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ripresa su Twitter dal portale Politics Ultimora, a proposito dell’autostrada Asti-Cuneo: “Sulla realizzazione il sovrintendente ha detto no. Questa mattina mi sono imbufalito”, ha scritto l’esponente leghista. Si attendeva infatti il parere del Dicastero della Cultura nell’ambito della procedura autorizzativa dell’opera. Non si conoscono al momento ragioni di questo “stop” al suo completamento, così come non è dato sapere quali saranno le contromisure che il Ministero intenderà adottare.
 
A rompere il silenzio della Regione Piemonte in merito è stato oggi pomeriggio il consigliere Maurizio Marello, il quale, appresa la notizia nel corso della seduta a Palazzo Lascaris, ha chiesto un’audizione urgente del presidente Alberto Cirio e dell’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti Marco Gabusi o alla Giunta in assenza degli stessi.
«Forse la Giunta –  ha dichiarato Marello –  è stata eccessivamente ottimista nel considerare ormai cosa fatta la realizzazione del lotto II 6 A dell’Asti- Cuneo, il cui iter invece è stato bloccato all’ultimo step dal Ministero della Cultura. Non più tardi di due settimane fa l’assessore Gabusi rassicurava sulle tempistiche di un’infrastruttura di importanza fondamentale per la provincia di Cuneo e per il Piemonte. Oggi tutto viene rimesso in discussione, dunque chiedo delucidazioni alla Giunta. Abbiamo bisogno di conoscere i motivi del parere negativo che riguarda la parte del lotto tra Verduno e Cherasco dove al posto del tunnel sotto collinare il nuovo progetto ha previsto il passaggio in superficie con relativi viadotti». Proprio questo, già denunciato come sfregio dagli ambientalisti in una zona prossima a quella tutela dall’Unesco, potrebbe aver suscitato le perplessità del sovrintendente.

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