Asti: indagine imbarazza il vertice dell’Asl

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La macchina l’avrebbe rigata lui, non ignoti come denunciato ai carabinieri, e il rimborso richiesto per uno spostamento in Liguria non sarebbe da collegare a causa di servizio, ma a un viaggio di piacere. Sono le accuse che la Procura della Repubblica muove a Flavio Boraso, direttore generale dell’Asl di Asti. Medico classe 1961, un lunga carriera di manager nella sanità piemontese, Boraso è già indagato a Torino dove era stato ai vertici dell’Azienda To3.
La denuncia riguarda la vettura che ha in uso in servizio, una Jaguar E-Pace. Secondo il racconto del direttore, verbalizzato a maggio, l’avrebbe trovata danneggiata il 9 febbraio dopo che, tra le ore 10 e mezzogiorno, era rimasta parcheggiata presso la Casa della salute di Canelli. Un’affermazione falsa, secondo la pubblica accusa, perché alle 11.15 di quella stessa data proprio Boraso sarebbe stato visto al volante della Jaguar strisciare l’accesso al cortile della sede centrale Asl, rompendo inoltre una fotocellula di comando dell’apertura/chiusura del cancello.
 Circa la “gita”, sempre stando alla Procura, a Rapallo, S. Margherita Ligure e Recco, per cui Boraso avrebbe provato a mettere in conto all’Asl 160 euro di autostrada più porzioni di vitto e alloggio, la somma non è in realtà mai stata ristorata al dottore, non avendo lo stesso prodotto all’ufficio deputato la documentazione effettivamente attestante la “missione” lavorativa.
Le precedenti indagini sotto la Mole riguardano, invece, la promozione a primario di Radiologia dellaTo 4 della compagna di Boraso; la stessa che avrebbe ottenuto incarichi in un ambulatorio privato grazie a un’azienda poi risultata vincitrice di un bando di forniture alla medesima Asl di apparecchiature specialistiche per 57 milioni di euro.
Su tutte le imputazioni ipotizzate dagli inquirenti, il dott. Boraso non ha rilasciato dichiarazioni. I suoi legali affermano che sapranno dimostrare la correttezza di operato del loro cliente.

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