Art Nouveau: a Venaria le sculture vanno in “gabbia”

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Fino al 20 gennaio 2020 nella splendida cornice della Reggia di Venaria con manifesti, dipinti, sculture, mobili e ceramiche arriva la mostra che racconta la straordinaria fioritura artistica che ha travolto e cambiato il gusto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Architettura, pittura, arredamento, scultura, musica sono invasi da rimandi alla natura, al mondo vegetale e a un’immagine nuova della figura femminile: a Torino è il tempo dell’Art Nouveau che scaccia da ogni dove regole accademiche e tradizione. Considerata come una corrente internazionale, essa si fonda sulla rottura con l’eclettismo e lo storicismo ottocenteschi e rappresenta la risposta moderna a una società sempre più industrializzata.

Attraverso 200 opere e 5 sezioni la mostra Art Nouveau racconta quelli che furono gli sconvolgimenti nel campo di tutte le arti figurative tra fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento e quali furono le principali fonti di ispirazione per gli artisti che ne furono gli iniziatori. Prima su tutte la nuova e radicale visione della Natura: non più un rifugio sicuro in cui gli artisti potevano scappare per dipingere la dolcezza del mondo, ma un luogo mistico, complesso e da reinterpretare all’interno di un contesto urbano in evoluzione, stilizzando forme floreali e organiche per riportare la natura nella vita moderna. Altro grande soggetto principe, evoluzione della natura voluttuosa, è la Donna, sempre più emancipata e rappresentata su dipinti e stampe soprattutto per la pubblicità che ormai giocava un ruolo influente nel determinare il modo in cui il pubblico percepiva la figura femminile e per vendere nuovi prodotti e stili di vita ai nuovi consumatori. Dai richiami al mondo vegetale e alla sinuosità femminile, si passa all’analisi semiotica della linea curva, lontana dagli stilemi di un tempo, nuovo simbolo della forza vitale e utilizzata nell’architettura degli esterni e degli interni, nelle metropolitane come nei caffè, negli arredi e nelle suppellettili come nei gioielli. Ogni elemento doveva essere in sintonia con l’insieme.

Tutte le informazioni su orari e tariffe sono consultabili sul sito www.lavenaria.it.

Il giudizio.

Molti visitatori (e noi tra questi) sono stati spiazzati dall’allestimento. Tutta la prima sezione, infatti, presenta numerose sculture anche di pregio celate da una pesantissima rete che ricorda la protezione antigrandine dei frutteti. La soluzione, abbinata ad un’illuminazione approssimativa, non consente di apprezzare quella che dovrebbe essere la prerogativa di quei manufatti: i particolari e i ceselli. Il “risparmio” sulle luci, ha colpito buona parte delle “didascalie” a corredo delle opere, che in pratica non sono leggibili. Qualche ben informato (esterno all’organizzazione) ci ha comunicato che presto si porrà rimedio all’inconveniente, ma intanto tutti coloro che hanno varcato la soglia della Reggia per visitare la mostra fino ad oggi, non hanno potuto godere appieno delle opere, andando a casa insoddisfatti. Gli stessi bene informati hanno con una battuta ci hanno detto: «Sarà una scusa per tornare a visitare la mostra», ma noi dubitiamo che tanta approssimazione nell’allestimento possa convincere i delusi ad un nuovo sopralluogo, magari spendendo altri 14 euro per l’ingresso.

Vincenzo Nicolello

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