Anarchici, ad Alba scritte contro il 41bis a favore di Cospito

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ALBA – Nel corso della notte di sabato 4 febbraio lungo il muro di confine tra la ex Caserma Govone e corso Einaudi sono comparse scritte  che hanno vandalizzato anche il basamento della statua equestre del Generale Giuseppe Govone. Il contenuto delle scritte, riconducibili all’area antagonista e anarchica, sono da inquadrare nell’ambito delle reazioni al caso suscitato dalla vicenda di Alfredo Cospito, l’anarchico Pescarese di 55 anni condannato all’ergastolo ostativo in regime di “41 bis” in quanto giudicato colpevole di atti di terrorismo (il ferimento del dirigente dell’Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi nel 2014 e nel 2006 l’attentato messo in atto contro la Scuola Allievi Ufficiali dei Carabinieri a Fossano) e di tentato omicidio.

Come noto Alfredo Cospito è in sciopero della fame da oltre due mesi per protestare contro il regime di segregazione previsto dal “41 bis”. Le scritte inquadrano il regime carcerario del “41 bis” (introdotto per tutelare la sicurezza pubblica anche grazie a procedure detentive particolarmente severe e votate a impedire ogni contatto tra i detenuti e i loro contatti) come una “tortura di stato” e ne chiedono l’abolizione. Anche il sito scelto per la protesta non è certamente casuale. Il Generale Giuseppe Govone, infatti, è una figura storica non priva di contrasti. Se, per alcuni, è stato un abilissimo militare (già generale a 35 anni), un soldato coraggioso (prese parte alla “carica d Balaclava” durante la guerra di Crimea), un protagonista del Risorgimento Italiano, eroe delle guerre d’indipendenza e  creatore del primo servizio segreto proto italiano. Per contro non mancano i detrattori che lo considerano alla stregua di un criminale di guerra per le azioni compiute nella repressione del brigantaggio e, in Sicilia, della renitenza alla leva.

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