Alla Festa Democratica il dibattito sugli stagionali. Marello: «E’ venuto il momento di guardare in faccia la realtà per migliorarla».

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“Lavoratori o schiavi? L’apporto degli stranieri per le eccellenze del territorio” è il titolo dell’incontro che si è svolto ieri sera ad Alba nell’ambito della Festa Democratica 2021.

E’ possibile produrre eccellenze andando a scapito di altre persone, fino addirittura al loro sfruttamento? E’ il nodo della questione che il nostro territorio oggi sembra porsi e che ha riassunto in introduzione all’incontro William Revello, segretario del Pd albese.

Il primo passo per cercare una soluzione è non essere complici, notando che qualcosa non va. Spesso le condizioni alle quali i lavoratori stagionali nella nostra provincia vengono accolti non sono adeguate.

Il dibattito è stato preceduto dalla proiezione del docufilm di Sandro Bozzolo “Siamo qui da vent’anni”, che narra storie reali di lavoratori appartenenti a comunità macedone, sikh, africana, romena e cinese, ripreso nel corso della serata da Roger Davico, sindacalista e presidente della sezione di Cuneo dell’Associazione Nazionale Oltre le Frontiere (Anolf).

«La situazione attuale dei lavoratori giunti in Langa per la vendemmia sta iniziando a cambiare rispetto agli scorsi anni: ora si fa formazione, corsi di italiano, corsi per migliorare la conoscenza della vite», ha detto Davico.

La giornalista Valentina Furlanetto di Radio 24, autrice del libro “Noi schiavisti. Come siamo diventati complici dello sfruttamento di massa” ha descritto in esso nove settori «All’interno dei quali in ogni caso la mediazione tra lavoratore e datore avviene attraverso cooperative o false cooperative», ha detto, «Ai lavoratori peraltro è precluso l’accesso a qualsiasi concorso pubblico perché privi di cittadinanza e spesso non rimane loro alternativa che accettare condizioni di sfruttamento».

Per il consigliere regionale Maurizio Marello è venuto il momento di guardare in faccia la realtà con coraggio: «Vi è reale necessità di manodopera: da anni il 70% dei lavoratori in agricoltura è straniero e va predisposta un’accoglienza migliore per loro ma fa comodo alla politica, così come agli imprenditori non parlarne», ha dichiarato, «Crea imbarazzo constatare che, una delle aree più ricche d’Italia, Patrimonio dell’Umanità, con una buona immagine di accoglienza, nasconda un sistema non sempre etico. La politica deve fare la sua parte e mi sento di dire che in questi ultimi mesi l’ha fatto balbettando un po’. Anche la Regione deve fare il suo: nel 2016 il consigliere Paolo Alemanno ha predisposto una legge con l’obiettivo di offrire un’accoglienza dignitosa ai lavoratori, legge oggi sottoutilizzata anche se non se ne comprende il motivo. Il presidente del Consorzio Barolo-Barbaresco ha recentemente parlato di Carta Etica da sottoporre a firma degli imprenditori agricoli prima dell’adesione: si tratta di un tema molto importante».

E’ essenziale modificare la Legge Bossi- Fini del 2002 in materia di migrazione, lo hanno dichiarato all’unisono il consigliere Marello e Paolo Furia, presidente del Pd Piemonte: «La legge Bossi-Fini produce irregolarità, delinquenza e insicurezza e per queste ragioni va modificata ma la prima battaglia da fare è di ordine culturale: dobbiamo essere maggiormente consapevoli di quanto sta dietro lo sfruttamento dei lavoratori. Il problema è la condizione in cui alcuni lavori vengono svolti: questo sistema non è sostenibile sul lungo periodo».

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