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Alba: Giro di vite su cinture e telefonini

Non è certo la prima volta che parliamo delle cattive abitudini degli automobilisti albesi. Ma, questa volta, i capi d’imputazione son molto ben circostanziati e sono stati formulati dal comandante della Polizia Municipale Antonio Di Ciancia. «Da un lato – commenta – possiamo dire che nonostante la mole del traffico che attraversa Alba, gli incidenti con esisti gravi o mortali continuano ad essere molto pochi. Dall’altro, però, dobbiamo ammettere una pesante sconfitta per quanto riguarda l’utilizzo del telefono durante la guida e una indifferenza pressoché totale all’obbligo di allacciare anche le cinture di sicurezza da parte dei trasportati che siedono sul sedile posteriore. A questo proposito ricordiamo che è obbligo del guidatore ricordare a tutti i trasportati l’obbligo previsto dal Codice della strada di allacciare le cinture di sicurezza.

La situazione è inoltre peggiorata e resa molto più pericolosa dal fatto che il guidatore non si limita al condurre una conversazione telefonica durante la guida. Con l’affermazione totale degli smartphone, infatti, oggi chi guida controlla la posta elettronica, scorre i social media e scrive messaggi ai suoi interlocutori. Le mani per governare il volante sono sempre e solo due e la concentrazione alla guida solo una. Vorremmo poter fare molto di più, ma le sanzioni per chi telefona e, in subordine, guida restano inadeguate al rischio che si corre e che rappresenta per tutti gli utenti della strada».

Il vostro cronista può confermare grazie a due episodi assolutamente veri: un giovane che cercava di controllare il volante con le ginocchia andando a sbattere contro le auto parcheggiate in linea alla sua sinistra. E un collega in bicicletta che percorreva corso Piave senza mani e a testa bassa essendo impegnato a comporre un messaggio dall’importanza assolutamente capitale.

Per quale motivo non è soddisfatto dei risultati ottenuti per combattere queste pericolose abitudini? «Perché non siamo in grado di rappresentare un deterrente efficace per queste persone. Vede, in questi anni il Codice della strada è stato cambiato più volte. Ma telefoni e tablet ne sono sempre sgusciati fuori quasi senza danni. Oggi quasi tutti gli automobilisti hanno accumulato una grande dote di “punti”. Quindi lasciarne per strada 5 o anche 10 non è una perdita grave o tale da fare paura.

Avevamo sperato che si potesse applicare la sospensione della patente già al primo verbale per guida e telefono, ma la proposta non è diventata legge. E’ ovvio che avendo la sospensione solo in caso di recidiva, chi guida pensa di avere, in ogni caso, ancora un bonus di fortuna da spendere prima di dire addio alla patente per un certo periodo».

Redazione Corriere

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