Alba: a giugno le ruspe al campo nomadi. Solo 10 famiglie senza collocazione

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ALBA – La data è stata individuata. Giugno 2020. Un po’ in ritardo sulla prima scadenza fissata, indicata addirittura nel 1994, ma tant’è. Dopo anni di attese, rimpalli, battaglie di carte bollate e sguardi voltati dall’altra parte, siamo forse finalmente arrivati alla vigilia della demolizione del campo nomadi Pinot Gallizio di Alba.

Cresciuto nel corso degli anni, fino a diventare una vera e propria frazione cittadina, con oltre cento residenti alloggiati in una schiera di casette ed eleganti villette, con annessi garage e piscina, tutte rigorosamente abusive. La prima ordinanza di sgombero arrivò 26 anni fa, all’indomani dell’alluvione. Tuttavia, tutti i piani predisposti negli anni successivi dalle amministrazioni di Enzo Demaria e Giuseppe Rossetto – con il trionfale annuncio di imminenti piani di trasferimento finanziati dalla Regione a suon di centinaia di migliaia di euro – si sono risolte nella classica bolla di sapone.

Nel 2016, a provarci fu l’amministrazione dell’allora sindaco Maurizio Marello. Nuovamente, grandi annunci, coinvolgimento di ditte per la demolizione, piani di ricollocamento delle famiglie. Ma, anche in quel caso, per l’opposizione dei residenti, non se ne fece nulla. Ora è la volta dell’Amministrazione Carlo Bo. Sul quale, ovviamente, si concentrano gli occhi di tutti, nella speranza che, finalmente, un amministratore prenda seriamente l’en­nesima ordinanza di demolizione, rispettando le scadenze annunciate. «Questa volta andremo fino in fondo – rassicura il sindaco Bo – nessuno, tuttavia, sarà lasciato in mezzo ad una strada».

Il problema della ricollocazione dei residenti del campo, dove vivono anche molti bambini, è stato discusso in questi giorni dall’Amministrazione comunale con la Procura della Repubblica, le Forze dell’Ordine e i Servizi Sociali. E proprio ai servizi sociali toccherà la patata più bollente: trovare una soluzione abitativa per le tante famiglie coinvolte nel trasferimento. «In realtà – ha spiegato l’assessore ai Servizi Sociali, Elisa Boschiazzo – il problema riguarda ormai soltanto una decina di nuclei famigliari. Tutti gli altri, o hanno già ricevuto una casa popolare, o sono inseriti in graduatoria.

Per queste famiglie escluse stiamo ora cercando una soluzione diversa da quella degli alloggi popolari, lavorando in stretto contatto con gli assistenti sociali. Nei prossimi giorni affronteremo la situazione nel corso di un tavolo di confronto tra le parti. Sicuramente rispetteremo le scadenze che ci siamo dati. La legge è legge e deve valere per tutti».

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