Al Teatro Sociale di Alba uno spettacolo su come si viveva in Langa ai tempi di Beppe Fenoglio

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Il centenario fenogliano è entrato nel rettilineo finale, con il traguardo collocato ad inizio marzo. Intanto proseguono le manifestazioni e gli appuntamenti, come quello previsto per domenica 12 febbraio alle 20.45 al Teatro Sociale. Sul palco salirà il progetto “Omero non deve morire. La condizione contadina nella Langa della Malora ai tempi di Beppe Fenoglio”, un’iniziativa ideata e organizzata dalla Fondazione Radici. Scopo della ricerca è di raccontare la Langa della Malora di Beppe Fenoglio a partire dall’inizio del Novecento per giungere a quella vissuta dallo scrittore nel secondo dopoguerra: una terra grama, lontana dai filari pettinati delle colline del Barolo, un monito che non deve essere dimenticato. Protagonisti sono due mondi contrapposti: quello circolare, naturale, sacro dell’alta Langa; quello lineare, urbano di Alba. Una questione omerica che va affrontata per fare sì che Omero non debba morire. Il titolo del progetto è stato coniato dal professor Piercarlo Grimaldi, presidente del comitato scientifico della Fondazione Radici, antropologo a cui si devono fondamentali studi sulle usanze e le tradizioni di Piemonte e Liguria. E nel corso della serata sarà presentate alcune interviste realizzate proprio da Grimaldi, in un lavoro durato sei mesi, che ha visto coinvolta la troupe di Fondazione Radici guidata dal professore e composta da Marcello Pasquero, Bruno Murialdo e Silvia Muratore e dagli operatori video Daniele Ferrero e Francesca Nota. Il risultato sono oltre 25 ore di interviste raccolte a 12 cantori di Langa con un’età media che supera i 90 anni di età. Tra questi si annoverano maestre, contadini, commercianti, ristoratori, tutti con una storia da raccontare e un ricordo vivo della Langa raccontata da Fenoglio e dello stesso autore albese. L’appuntamento a teatro – ad ingresso gratuito con prenotazione sul sito del centenario – avviene proprio nel giorno in cui la Fondazione Radici, presieduta da Claudio Rosso, compirà tre anni di attività. Nata il 12 febbraio 2020 Radici è la prima fondazione in Italia nata espressamente per raccogliere, salvaguardare, archiviare e rendere fruibili le memorie del territorio, dalla spinta di 15 soci fondatori di primo piano.

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