MONTA’ – Ha riaperto (e sarà operativa sino al prossimo 15 giugno), nella Confraternita di San Michele di Montà, la mostra “Dipinti e ridipinti: la Giostra delle Devozioni. Pale d’altare e religiosità dei laici a Montà d’Alba in Età Moderna”. E’ una nuova occasione per tutti, vista anche la serie di eventi primaverili che interesseranno il Roero e l’Albese: e che si proporrà ogni fine settimana, il sabato e la domenica, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18, rigorosamente con ingresso gratuito.
L’iniziativa si propone di esporre quattro pale d’altare della vecchia parrocchiale di Sant’Antonio Abate di ritorno dal restauro. Una di Giovanni Antonio de Cruce, risale a metà Seicento: le restanti sono della seconda metà del Settecento, due attribuite a Pietro Paolo Operti, ed infine una, attestata, di Vittorio Amedeo Rapous. A sorpresa durante la fase di restauro ne è emersa una quinta, seicentesca, sotto uno dei dipinti dell’Operti. Una singolarità restituita nell’esposizione, che oltre a due dei maggiori artisti del Settecento piemontese, propone una seconda opera di quel De Cruce o Croci del quale si conosceva sinora soltanto la “Santa Barbara” della Confraternita dei Battuti Neri di Bra. Promossa da associazione Montata Fangi, Comune di Montà, Parrocchia di Sant’Antonio Abate ed Ecomuseo delle Rocche del Roero, l’esposizione intende proseguire il percorso di recupero e restituzione del consistente patrimonio pittorico proveniente dalla storica chiesa montatese, avviato nel 2020 con la mostra “Dell’eccellente mano del signor Raposo.”
Il progetto, nato come sperimentazione di un approccio “ecomuseale” al patrimonio artistico, incentrato sulla comunità che lo ospita, affinché se ne riappropri, ha compiuto un importante passo, con il recupero di quattro ulteriori pale d’altare restaurate da Pier Franco Nicola con la collaborazione di Roberto Ilengo e Bianca Ferrarato. Il progetto, sotto la direzione scientifica di Liliana Rey Varela della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e del professor Giuseppe Dardanello, dell’Università di Torino, ha potuto contare sulla collaborazione del Mudi (Museo Diocesano di Alba). Coordinata nell’organizzazione dall’Ecomuseo delle Rocche del Roero, l’esposizione è patrocinata da Ente Turismo, Ente Fiera Internazionale Tartufo Bianco d’Alba e dall’Associazione Valorizzazione Roero. Il progetto di allestimento è dello Studio Cantono+Valsania, i video e le sonorizzazioni di Alessandro Cocito di Legovideo. Info: www.ecomuseodellerocche.it.