A Magliano Alfieri una mostra d’arte diffusa

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Magliano Alfieri, uno dei borghi più affascinanti del Roero, il prossimo sabato 18 giugno alle ore 17 inaugurerà una mostra diffusa di 5 artisti contemporanei. La manifestazione, di cui gli organizzatori nella loro comunicazione non hanno specificato la durata, è curata dall’associazione “Il Fondaco” di Bra in collaborazione con la maglianese Urtija – Provincia Spontanea

Nella chiesa dei Battuti Rossi Anna Valla, raggruppando tele di un precedente lavoro del 1983, proporrà un suggestivo lavoro dal titolo “Lucus“ – bosco sacro, luogo di culto delle antiche religioni europee romana, greca, celtica… I Romani davano ai boschi sacri il nome latino di lupus” o nemus” distinguendoli da quelli privi di valore sacrale che venivano chiamati silva”. L’allestimento è composto da 10 opere di cui 4 di grande formato, dipinte su tela grezza con varie tecniche, tipiche del lavoro di Valla. Il progetto è accompagnato da un testo introduttivo del poeta e scrittore Tiziano Fratus.

Nella torre del castello Livio Ninni, Ivan Manzone e Giorgio Racca presenteranno opere fotografiche e un’installazione site specific di Ninni al centro di una delle stanze. Quest’opera dialoga nello spazio con le fotografie alle pareti, esposte con uno straordinario e personale allestimento. Le foto contengono interventi pittorici, i rami dipinti ad esempio creano uno scambio tra immagine e materia. Si realizza in questo modo un legame tra le architetture e le prospettive delle strutture rappresentate e le trasformazioni a cui sono sottoposte. Le opere puntano quindi a generare nel pubblico una percezione sintetica verso l’essenza stessa del luogo e la sua trasformazione, in uno scambio continuo tra immagine, materia e tempo.

Ivan Manzone, fotografo “puro”, colloca la figura umana all’interno di strutture fatiscenti e decadenti, luoghi con un fascino enorme ma dimenticati e lasciati soli nel buio più profondo. Utilizza il linguaggio fotografico come mezzo per esprimere emozioni oltre che le proprie visioni. Interessato al corpo umano, lo trasforma nel soggetto d’elezione della sua ricerca, cogliendolo a favore della luce naturale e preferibilmente nel contesto di luoghi desolati. Nei suoi scatti i corpi femminili circondati dalle rovine di quelle che un tempo erano fastose dimore, vengono, come in una rappresentazione teatrale, illuminati da una luce che accende la scena e svela l’invisibile.

Giorgio Racca a Magliano porterа quattro fotografie dal titolo “Mutamenti”, opere realizzate partendo da una ricerca su Around I Ching, l’antico libro dei mutamenti. “Around I Ching” è un tratto del percorso verso la conoscenza di se stessi, verso la consapevolezza di come tutto ciò che si è sommato dentro di noi cambia e ci cambia. Ma è anche un viaggio nell’inconscio, un viaggio nella casualità, guidato dalla casualità, secondo la saggezza cinese, più significativa della legge generale. Racca si dedica alla fotografia d’autore che lo porta a collaborare con importanti curatori e galleristi, ma negli ultimi anni ha approfondito un  percorso di artista come autore di fotografia e opere digitali, anche contaminate dalla pittura.

Tra i maestosi trompe l’oeil della cappella gentilizia del castello Ugo Giletta presenterà una serie di sculture in cera, enigmatiche e misteriose, e un piccolo video del suo lavoro. Le sculture, gli umani volti riflettono le ombre di alcuni luoghi nascosti dell’animo: sostanz “perse” nella e della contemporaneità del mondo. Giletta ci trasporta in una dimensione di coscienza, ci fa prendere consapevolezza di quella ruvidità e angoscia che fa parte dell’esperienza umana. Ed eccoli lì i suoi volti, a osservarci, in fila, a parlarci schierati e a confessarci un po’ di Verità. Una condizione di mero esistere, che forse non piacerà al pubblico. Ma non è forse proprio il compito dellArte di rendere lo spettatore meno solo” nel suo provare? Ugo riesce a raccontare una parte di noi, che non possiamo nascondere – anche se spesso ci proviamo – un luogo invisibile” che lui ha reso visibile e che anzi, addirittura, ci interroga e ci chiede come mai lo nascondiamo.

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