A Cherasco si è fatto il punto sulla corilicoltura piemontese

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«I cambiamenti climatici sono sempre più evidenti e noi agricoltori ne dobbiamo inevitabilmente tenere conto; in ambito corilicolo, purtroppo, sono tra i fattori dell’insorgenza di nuove emergenze provocate da insetti che arrivano da oltre Europa e, non trovando qui antagonisti naturali, proliferano creando seri danni alle produzioni. Inoltre anche il nocciolo, specie in alcune aree della nostra provincia, patisce sempre più lo stress idrico dei frequenti e prolungati periodi di siccità. Come fare allora a difendere l’eccellente produzione corilicola cuneesee e piemontese? Occorre anzitutto investire in ricerca e innovazione, oltre a progettare strategie di gestione della risorsa irrigua che contemplino la realizzazione di invasi. Le risorse nei prossimi anni non mancheranno, ma occorre lavorare a progetti che vadano nella direzione della sostenibilità e della valorizzazione della qualità e del territorio». Con queste parole Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, ha aperto ieri a Cherasco il convegno “Il nocciolo e gli effetti dei cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura Cuneo e Cascine Piemontesi, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor.
L’appuntamento, tornato a svolgersi in presenza al PalaExpo dopo le restrizioni del periodo pandemico, è stato seguito anche in diretta streaming sul sito di Confagricoltura Cuneo da numerosi utenti collegati non solo dal Piemonte, ma da tutta Italia. Seduti in sala, oltre a centinaia di imprenditori agricoli, anche alcuni operatori corilicoli provenienti da Serbia, Ungheria e Germania.

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