A Canale non ci saranno altre zone industriali oltre a quelle esistenti

0
15
Un momento dell’ultima riunione del Consiglio comunale

Tanti spunti dall’ultima seduta di Consiglio comunale che ha dato l’ok – con l’astensione dell’opposizione – al bilancio di previsione per il 2022. Secondo una tradizione ormai solida, la Capitale del Pesco è riuscita ad approvare il documento di programmazione finanziaria entro il termine dell’anno solare: «Sono sicuro – ha commentato in merito il sindaco Enrico Faccenda – che se tutti i Comuni, in Italia, facessero le cose come le facciamo noi, funzionerebbe tutto meglio». Anche tornando, in certi casi, alle “vecchie maniere”: per una seduta in cui si è dovuto lavorare senza il sofisticato sistema di registrazione digitale (andato in palla proprio nei minuti precedenti all’assemblea), e nella quale il segretario Anna Sacco Botto si è prestata a stilare i verbali prendendo appunti a mano. «Faccio il “segretario antico”», per questa volta: così si è espressa la funzionaria. Poco male: del resto, Canale è uno dei pochi centri in cui già si utilizza normalmente il sistema moderno di salvataggio delle sessioni consiliari. Semel in anno… lecito usare la biro, parafrasando i latini. Tant’é: il confronto è stato sereno, con punte di unanimità soprattutto negli atti preliminari al bilancio. Un punto di particolare rilievo, in questo senso, è stato dato dal piano per le alienazioni e le valorizzazioni immobiliari: una delibera divenuta obbligatoria all’epoca del Governo Berlusconi Ter, e con la quale gli enti locali sono invitati di anno in anno a compiere un inventario degli immobili di proprietà.

Decidendo cosa vendere e cosa trattenere. Tutto immutato rispetto al passato? No, a quanto pare: come rilevato dai banchi della minoranza dal consigliere Andrea Maccagno, il Comune ha deciso sul da farsi riguardo una serie di terreni nel perimetro dell’area industriale di località Torretta. Si tratta di una superficie di 5mila metri quadrati, sino a questo momento indicata come “area a servizi” nell’esistente Piano per gli insediamenti produttivi (Pip). Il primo cittadino, a titolo di approfondimento, ha spiegato: «Viene trasformata in area artigianale e industriale, uniforme alla zona circostante, e così identificata come bene alienabile. Vedremo poi “se” e “come” venderla effettivamente: manteniamo però questa classificazione, anche in considerazione del fatto che a Canale non ci sono altre zone produttive o altre possibilità di espansione». Un’affermazione che si può anche leggere in altro modo. Ossia: nessun altra zona artigianale, almeno per ora, è prevista nella cittadina oltre a quella alle spalle del cimitero.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui